Dopo Italia-Usa. Prandelli non ci sta: “E’ troppo comodo criticare”
giovedì 1 marzo 2012
Il giorno dopo la sconfitta di Genova con gli Usa, Cesare Prandelli risponde alle critiche nei confronti della sua squadra. “No, davvero così io non ci sto”, sono le prime parole pronunciate dal Commissario tecnico dopo aver letto i giornali. Al cittì l’Italia è piaciuta e la sconfitta non lo preoccupa; ma non accetta la definizione di “squadra piccola” che è stata data alla sua Nazionale: “Per due giorni – continua – abbiamo parlato di tutt'altro, ciascuno a pensare ai problemi del suo club. Poi perdiamo un'amichevole e, senza tenere conto che non avrei messo in campo tre ragazzi di 20 anni se puntavo al risultato, giù critiche: troppo comodo. Se mi fosse interessato vincere, non avrei sperimentato certe soluzioni. Ma se hai costruito qualcosa di buono in due anni, e ti vengono meno dei punti fermi, devi avere il coraggio di provare qualcosa. Partite come questa mi servono a risolvere dubbi”.
Dopo gli “esperimenti” di Genova, si parla soprattutto dell’attacco e dell’assenza di Balotelli. Il tecnico è in cerca di alternative valide, pur considerando il giocatore del Manchester City un titolare e pur ammettendo che aspetterà fino all’ultimo Cassano e Giuseppe Rossi. “Le telefonate
che mi aspettavo? Per ora lasciamo Balotelli in pace, può essere in difficoltà perché tutti parlano: però, tranquilli, dei messaggi mi sono arrivati. Lui indispensabile? Sono stato il primo a dire che poteva diventare tra i primi 4 attaccanti al mondo: ma abbiamo fatto le qualificazioni senza di lui”. Un attacco azzurro, alla luce delle assenze di Rossi e Cassano, con poche certezze nonostante il potenziale dei candidati sin qui impiegati e la possibilità che la rosa dei papabili possa essere allargata, “un messaggio” – afferma il Ct – “a chi pensa che sia tutto scontato”. Ecco dunque la necessità che da qui al raduno pre-Europeo di maggio, compatibilmente con il calendario di impegni dei club, si possano effettuare degli stage: “Il tempo non è una scusante, vale per tutte le nazionali – ricorda Prandelli – Certo, se hai una squadra in evoluzione incide di più. Ora vediamo se posso avere una giornata a reparto, senza squilli di trombe: altrimenti vorrà dire che sarò l’unico Ct a non aver mai fatto degli stages”.