(Esclusiva) Intervista ad Alberto Cerri, tra l'emozione della maglia azzurra e la finale di Berlino
martedì 7 ottobre 2014
Alberto Cerri ha solo 18 anni, ma sembra ne abbia dieci in più. Ha realizzato dodici gol in trenta partite con la Nazionale Under 17 e da anni è sulla bocca di tanti addetti ai lavori, ha un fisico da corazziere (circa 194 cm) che ha reso spontaneo il paragone con un grande eroe azzurro: Luca Toni. Ha partecipato a uno stage con la nazionale maggiore nel marzo scorso e si diverte in Serie B dove, alla Virtus Lanciano, ha avuto un inizio folgorante, con quattro gol segnati. Ora, si gode la convocazione con l'Under 19, che partirà nella mattinata di domani alla volta di Belgrado e venerdì esordirà con l’Armenia al ‘Karadjordje Stadium’ di Novi Sad (calcio d’inizio alle ore 14.30). Domenica 12 ottobre, sempre a Novi Sad, gli Azzurrini se la vedranno con San Marino (calcio d’inizio alle ore 14.30) e mercoledì 15 affronteranno nell’ultimo incontro i padroni di casa della Serbia (calcio d’inizio alle ore 14.30). Proprio dal ritiro dell'Italia Cerri si racconta in esclusiva a Vivo Azzurro.
Hai iniziato giovanissimo nelle giovanili del Parma. Prima ancora, che ricordi ha Alberto Cerri dei suoi inizi con un pallone tra i piedi?
Ho iniziato a giocare a sei anni nella squadra del mio paese, la U.S. Fulgor. Lì sono rimasto tre anni, poi ho fatto un provino per il Parma, dove sono stato dieci anni. Prima ancora giocavo in casa, nel corridoio con mio padre e mio zio, nei parcheggi o in oratorio con gli amici. Giocavo dappertutto.
Sei sempre stato così forte fisicamente, anche da bambino?
Sì, sono sempre stato più alto degli altri, per questo andavo sempre a giocare con i ragazzi più grandi, mi divertivo di più.
Quali sono il tuo punto di forza e dove credi di dover migliorare?
Direi che il mio punto di forza è la mentalità. Devo migliorare in tante cose, la tecnica in particolare.
Molti addetti ai lavori ti hanno paragonato a Luca Toni. C'è qualche azzurro a cui ti ispiri o che ha costituito un modello per te?
Sicuramente firmerei ora se potessi fare una carriera come quella di Toni, che è un campione. Lui e Totti, ma in generale tutta la squadra che ha vinto i Mondiali, sono dei modelli per me.
A proposito dei Mondiali in Germania, nel 2006 tu avevi solo dieci anni. Ti ricordi dov'eri la sera della finale Italia-Francia a Berlino?
Ero al campeggio dove vado tutti gli anni, in Abruzzo, al bar, con gli amici dei miei genitori ci eravamo 'radunati' tutti lì. Ho provato delle grandi emozioni. Sono riuscito a stare fuori di casa più del solito per festeggiare.
Sei stato e sei tuttora un punto fermo nelle nazionali giovanili. Che emozioni provi indossando questa maglia e quali sono i tuoi primi ricordi in azzurro?
E' sempre una grande emozione, perché rappresenti il tuo paese, ascolti e canti l'inno... Ricordo le prime partite ufficiali con l'Under 17 in Inghilterra, con ragazzi più grandi, del '95. Gli allenatori erano Zoratto e Vanoli (ora ct rispettivamente di Under 16 e Under 18, ndr): ho giocato cinque minuti con l'Inghilterra nella prima, tutto il secondo tempo contro il Portogallo e la terza da titolare con la Repubblica Ceca. I gol con l'Under 17? Spero di fare anche meglio con le nazionali dei più grandi!
Chi sono i compagni con cui hai legato di più in azzurro e con cui speri di approdare un giorno in nazionale maggiore?
Pugliese, Palazzi, Parigini... Sarebbe bello un giorno arrivare con tutti loro in Nazionale maggiore.
Ti sei dato degli obiettivi a breve termine? Dove ti vedi, per esempio, tra cinque anni?
Io gli obiettivi me li pongo anno per anno. Per questo spero nella qualificazione all'Europeo Under 19 e di fare bene in Serie B col Lanciano, per poi tornare col Parma in Serie A.