Nazionale A

Il Ministro Kyenge: “Nazionale modello dell’Italia di domani”

domenica 8 settembre 2013

Il Ministro Kyenge: “Nazionale modello dell’Italia di domani”

Giocare di squadra per battere il razzismo. E’ questo l’invito che il Ministro per l’integrazione Cecile Kyenge ha fatto agli Azzurri in un incontro a Torino con il presidente della Figc Giancarlo Abete, il Ct Cesare Prandelli, i suoi collaboratori e alcuni calciatori della Nazionale tra cui El Shaarawy, Ogbonna, Buffon, Chiellini, Maggio e Candreva. Il Ministro, che ha ricevuto in dono le maglie di Buffon, El Shaarawy e Ogbonna autografate da tutti i calciatori, aveva già incontrato gli Azzurri a Bologna in occasione dell’amichevole con San Marino, quando Balotelli l’aveva omaggiata con la sua maglia: “La Nazionale di calcio – ha spiegato – è un modello di quella che dovrebbe essere l'Italia di domani. Ho sempre chiamato lo sport per camminare e per lavorare insieme nel percorso di cambiamento culturale contro ogni forma di razzismo e per compiere un percorso di integrazione. Questa squadra, lo sport, sono dei terreni utili per camminare insieme".

Per sconfiggere il razzismo anche nel calcio sono state adottate misure molto serie, un modo concreto per ribadire che lo sport è in prima linea in questa battaglia: “C’è ancora tanto da fare – ha sottolineato Kyenge -  ma lo dobbiamo fare tutti, ciascuno per la sua parte di responsabilità. Proprio per questo ringrazio la Federcalcio per il lavoro che sta facendo per controllare e sanzionare comportamenti razzisti. E ringrazio la squadra, che porta avanti valori e una formazione contro ogni discriminazione. Per le istituzioni, per le scuole e per altri settori, bisogna aumentare l'informazione e la formazione a livello di Paese e nei diversi luoghi". Il Ministro si è poi soffermata sui calciatori che lasciano il campo perché vittime di insulti razzisti: "Non bisogna soltanto guardare al comportamento del giocatore, ma a tutto, al clima in cui gioca, al clima di stress di per sé e di prestazione cui è sottoposto, considerando che non tutti abbiamo lo stesso carattere. Non è facile per nessuno lavorare in condizioni di difficoltà, di attacchi e questo succede anche per i giocatori. In Parlamento spetta alle istituzioni andare avanti: ognuno di noi deve portare un contributo nella lotta al razzismo".