Intervista a Dario Ramacciotti: "Battiamo la Svizzera e vinciamo il girone!"
lunedì 13 luglio 2015
Se provi a chiedere agli Azzurri del Beach Soccer quale sia il compagno più mattacchione e divertente riceverai sempre la stessa risposta: Dario Ramacciotti. Estroverso e loquace fuori dal campo (durante il viaggio in pullman per Espinho capitan Corosiniti ha fermato il cronometro dopo 32 secondi che non parlava sostenendo che avesse stabilito il suo nuovo record), il difensore del Viareggio si trasforma in grintoso marcatore non appena i suoi piedi sfiorano un granello di sabbia. Quasi novanta presenze in azzurro condite da 50 gol, al secondo Mondiale della sua carriera, durante la stagione invernale gioca nel campionato di Terza Categoria di calcio. Con l’arrivo dell’estate si trasforma in uno dei perni della Nazionale, l’ultimo baluardo davanti a Stefano Spada e Simone Del Mestre.
La qualificazione ai quarti di finale è cosa fatta, oggi con la Svizzera ci giochiamo il primo posto del girone. Che partita ti aspetti?
“La Svizzera è una buona squadra, tra le pretendenti al titolo. A Baku l’abbiamo battuta in semifinale, a noi mancava Palmacci e a loro Ott. Due ottimi giocatori, ma non ho dubbi: tra i due mi prendo tutta la vita Paolo. Anche dal punto di vista psicologico sarebbe importante chiudere il girone con tre vittorie”.
Nel Gruppo A, da dove uscirà la nostra avversaria nei quarti, regna l’incertezza. Abbiamo più o meno le stesse possibilità di trovare una tra Portogallo, Argentina, Giappone e Senegal. Hai delle preferenze?
“Il Portogallo sarebbe da evitare considerando che hanno il vantaggio di giocare in casa, ma allo stesso tempo sarebbe forse la sfida più affascinante. Il Senegal è una squadra che fisicamente mi ha impressionato, non mollano mai e con il Portogallo sono riusciti a rimontare due gol di svantaggio nel terzo tempo. Giappone e Argentina le conosco meno, ma sono altre due buone squadre. E poi in un Mondiale non esistono partite facili”.
Hai quasi raggiunto le 90 presenze in Nazionale. Quanto è cresciuta l’Italia in questi ultimi anni?
“Sono stato uno dei primi della nuova generazione ad essere convocato. L’evoluzione di questa squadra è un dato di fatto e rispetto a qualche anno fa abbiamo raggiunto la consapevolezza di poter vincere contro ogni avversaria. Io sto cercando di dare il mio contributo come difensore centrale, il mister mi ha chiesto di giocare in questo ruolo e so che per colmare alcune lacune devo mettere sempre in campo testa e cuore. A volte, come accaduto con l’Oman, posso commettere un errore, ma l’importante è dare sempre il 100% e cercare di migliorarsi ad ogni allenamento”.
La crescita passa anche attraverso i sacrifici…
“Rappresentare il proprio Paese è bellissimo e se giochiamo è soprattutto per passione, non certo per i soldi. Da anni trascorriamo quasi tutta l’estate tra allenamenti e gare, guadagniamo davvero poco e rispetto a tante altre discipline non abbiamo uno stipendio assicurato durante l’anno o particolari forme di tutela. Se ci infortuniamo all’inizio dell’estate e saltiamo la stagione è un problema nostro, non percepiamo un euro e non abbiamo nessun paracadute. Eppure il Beach Soccer è uno sport che può avere un seguito importante, non a caso in occasione della finale dei Giochi Europei su Sky ci hanno visto quasi mezzo milione di persone”.
Anche sui social media di Vivo Azzurro state riscuotendo migliaia di visualizzazioni e like…
“Fa piacere e ringrazio i tifosi che ci stanno vicini. Questa attenzione è importante per tutto il movimento, mi auguro che non cessi improvvisamente alla prima sconfitta”.
I primi tifosi sono i tuoi familiari, che ti hanno raggiunto qui ad Espinho…
“Sono molto contento che siano venuti a vedermi. I miei sono rimasti molto colpiti dall’ambiente che hanno trovato, non si aspettavano di vedere lo stadio sempre pieno e sinceramente anche io sono stupito. Pensavo che si riempisse solo per le partite del Portogallo, invece è gremito ogni giorno. Si respira davvero un bel clima”.
Lo stesso bel clima che si respira tra di voi…
“Passare tutto questo tempo lontano da casa non è facile, per fortuna il nostro gruppo è una famiglia in cui tutti ci vogliamo bene. Questo facilita molto le cose”.
Hai già tanta esperienza alle spalle. Da difensore qual è l’avversario che ti ha messo più in difficoltà?
“Senza dubbio Bruno Xavier, attualmente il più forte giocatore al mondo. In alcune occasioni è riuscito a ridicolizzarmi, per questo spero presto di ritrovarmelo di fronte in una partita importante”.
Alcuni tuoi compagni hanno promesso che si tatuerebbero la coppa se dovessero riuscire a vincere il Mondiale. Ti uniresti a loro?
“Ho già otto tatuaggi, non avrei nessun problema a farmene un altro”.