Intervista a Francesco Corosiniti, "Pallone Azzurro 2014" per l'ItalBeach!
giovedì 21 maggio 2015
Finisce oggi il ritiro della Nazionale di Beach Soccer presso il Centro di preparazione Olimpica di Formia; una sessione di lavoro organizzata in vista dei primi appuntamenti estivi, che vedranno la squadra impegnata nelle qualificazioni al Campionato Europeo e nei Giochi Europei di Baku. Nel gruppo guidato dal Ct Max Esposito non poteva mancare il Capitano Francesco Corosiniti, a cui è stato consegnato il “Pallone Azzurro 2014”, premio assegnatogli dalla Community on-line di Vivo Azzurro, come migliore calciatore della Nazionale di Beach Soccer della passata stagione. Il laterale calabrese, che vanta 142 presenze e 85 gol con la maglia dell'Italia, e i titoli di vice campione del Mondo (2008) e d’Europa (2010), ha parlato in esclusiva a Vivoazzurro.it.
Come ci si sente ad avere vinto il Pallone Azzurro?
Sono felice. L'essere stato votato il migliore, dopo una grande stagione in cui tutti hanno giocato bene è stata una bella soddisfazione.
Come è iniziata la tua avventura con il Beach Soccer?
Per caso, parecchi anni fa. Degli amici mi hanno chiesto se volevo provare a giocare per il Panarea Beach Soccer di Catanzaro… ed è stato un colpo di fulmine!
Giochi anche a Calcio a 11, quale dei due sport preferisci?
Gioco in Eccellenza al Sersale, da difensore centrale, mentre a Beach Soccer sono un laterale. Tra i due sport preferisco senza dubbi il Beach Soccer, che è diventato la mia priorità. Mi diverte di più, sia per le location particolari in cui si gioca, che per l’aria diversa che si respira: c’è un maggiore fair play. In più ho la personale soddisfazione di giocare in Nazionale.
Come vedono questa tua doppia veste i tuoi compagni del Sersale?
Seguono le mie partite di Beach Soccer. Mi sostengono, anche quando parto durante la stagione calcistica. La mia avventura con il Beach Soccer ha fatto innamorare di questa disciplina un po’ tutti quelli che mi conoscono, soprattuto al mio paesino Vallefiorita (n.d.r. Catanzaro).
C’è un calciatore di Calcio a 11 che ti piacerebbe vedere giocare sulla sabbia?
Mi piacerebbe vedere Buffon, perché è il portiere più forte della storia del calcio.
Che persona sei quando non hai il pallone tra i piedi?
Una persona molto tranquilla. Passo il tempo con la famiglia, gli amici e la mia ragazza. Mi piace lo sport in generale, specialmente il tennis, e di fatto il mio idolo sportivo è Federer. Inoltre leggo tanti libri, soprattutto i romanzi storici di Ken Follet.
Come si colloca l’Italia nel panorama internazionale del Beach Soccer?
L’Italia è una nazione importante, sia a livello organizzativo, che per l'ambito campionato, dove giocano molti atleti stranieri. Il Beach Soccer è tuttavia uno sport che nel nostro paese dura solo quattro mesi all’anno, ed io spero che cresca fino ad essere attivo per 7-8 mesi. In Russia, per fare un esempio, si gioca tutto l’anno, benché ci siano condizioni meteorologiche non appropriate. Hanno strutture coperte, e questo gli consente di non dover per forza giocare a Calcio a 11 per tenersi in allenamento.
Gli impegni estivi della Nazionale sono alle porte...
Il primo sarà a Mosca, a giugno, per le qualificazioni all’Europeo. Per esperienza, le prime uscite stagionali si portano dietro sempre qualche punto interrogativo. Lo zoccolo duro della squadra è comunque lo stesso, poi c’è qualche giovane di belle prospettive che il mister Esposito sta valutando. All’Olimpiade invece siamo inseriti in un girone molto duro, con Spagna e Russia, finaliste dell’ultimo Mondiale. L’obiettivo è comunque quello di tornare a casa con una medaglia.
A livello internazionale quale nazionali vi sono superiori, almeno sulla carta?
Brasile e Russia sono più avanti di noi. Premettendo che ci si siamo avvicinati molto al loro livello, e possiamo giocarcela con tutti, restano un gradino sopra. Il Beach Soccer è un po’ lo sport dei brasiliani. Giocano con innata naturalezza, e lo praticano dodici mesi all’anno, il ché è un vantaggio. I russi dal canto loro hanno investito tanto in questa disciplina, e pian piano sono cresciuti fino a diventare i più forti al mondo. Hanno dominato gli ultimi due Mondiali con la forza del gruppo, benché presi individualmente non siano i più forti.
Da Capitano Azzurro, come riesci a motivare i tuoi compagni nei momenti di sconforto?
Ormai siamo un gruppo consolidato, siamo insieme da tanti anni. C’è un affiatamento talmente forte che basta uno sguardo per capirsi.