Intervista a Paolo Palmacci, il recordman dell'ItalBeach!
mercoledì 29 luglio 2015
Paolo Palmacci è l’uomo dei record della Nazionale di Beach Soccer, in tutto e per tutto. Detiene i primati storici di presenze (169) e gol (163), inoltre è l’unico azzurro ad avere preso parte a sei mondiali. Considerata la relativamente giovane età - 31 anni - l’incremento dei precedenti numeri è ancora ben lungi dall’arrestarsi.
Sei l’azzurro dei record, e hai ancora una lunga carriera davanti a te. Tra i tuoi compagni c’è qualcuno in grado di insidiare i tuoi primati sul lungo periodo?
Io finché mi regge il fisico vorrei continuare a giocare. Ancora non mi vedo dietro a una scrivania. Quindi la strada è ancora lunga! Poi i record sono fatti per essere battuti... A livello di presenze ci sono tanti giocatori che sono sopra le 100, quanto al numero di gol, uno come Gori ha tutte le qualità per superarmi nel giro di un paio d’anni, tanto più perché io ora gioco più arretrato.
Tra i tuoi 163 gol in Nazionale, qual’è il più bello?
Sicuramente la rete alla Francia ai quarti di finale del Mondiale 2008 a Marsiglia: rilancio del portiere e mezza sforbiciata sul secondo palo.
E tra quelli messi a segno dall’Italia all'ultimo Mondiale?
Quello di Ramacciotti contro il Giappone.
In Portogallo sei stato uno dei migliori, ma purtroppo, come talvolta accade, sono proprio i migliori a fallire i rigori decisivi. A Roberto Baggio capitò nella finale di Usa 94, a te è accaduto nella semifinale con Tahiti….
I rigori si sbagliano e si segnano, sono una lotteria. Io ne ho tirati tanti in carriera e segnati tanti, purtroppo è andata così… Ho tirato sul lato dove mi sentivo più sicuro, ma è andata male. Ci penso spesso in questi giorni, ma non mi demoralizzo. Se in futuro ce ne sarà un altro da tirare non mi tirerò indietro.
Tahiti così forte, lontano dalle spiagge di casa, è stata per voi una sorpresa?
Ero curioso di vederli giocare, dopo il grande risultato che ebbero nel Mondiale casalingo in cui arrivarono terzi. Sinceramente in campo mi hanno impressionato. Sono fisici, potenti, tecnici, giocano a memoria.
Sono ben organizzati e hanno un portiere abile con i piedi che crea superiorità numerica.
Dal 20 al 23 agosto, in Estonia, giocherete per il trono d’Europa...
Dopo l’argento a Baku e il quarto posto al Mondiale, andremo in Estonia per vincere. Gli avversari da battere sono i soliti: la Russia in primis, quindi Portogalllo e Spagna.
I Giochi del Mediterraneo di Pescara (28 agosto-6 settembre) vi vedono invece come i grandi favoriti...
Sì, anche se verosimilmente non li disputeremo con lo stesso gruppo di persone. In ogni modo, attenzione alla Francia, che sta crescendo molto, e al Marocco che è una buona squadra.
Come hai iniziato a giocare a beach soccer?
Ho sempre vissuto a Terracina, una delle città storiche di questo sport. Il Terracina Beach Soccer organizzava tornei per scoprire talenti, e sono stato notato anche io. Poi, vivendo in un paese di mare, ero sempre in spiaggia e giocavo sempre con gli amici. Invece a livello acrobatico sono nato per strada. Avendo iniziato a fare le rovesciate a 7-8 anni sull’asfalto… nel beach soccer mi sono ritrovato “leggermente" avvantaggiato.
C’è un giocatore particolare a cui ti sei ispirato quando hai iniziato a giocare?
Quando ho visto lo spagnolo Amarelle mi sono innamorato di questo sport! Ricordo: suola, doppio passo ed esterno a giro all’incrocio dei pali, mi sono messo le mani nei capelli...