Il programma delle squadre Azzurre in campo a novembre
11 novembre 2023
venerdì 13 giugno 2014
“Le gambe e i dolori alla spalla mi trattengono qui, ma il cuore tifa ancora Italia”: è il messaggio di Gigi Riva da ex manager azzurro e soprattutto da ex calciatore, lui che proprio il 14 giugno del 1970 segnava i suoi primi gol al Mondiale: era un Italia-Messico della Coppa del Mondo in notturna per i tifosi italiani. Dopo quarantaquattro anni e nove mondiali vissuti prima da calciatore e poi da dirigente, Riva domani vivrà un'altra notte azzurra, stavolta da casa sua a Cagliari: “Mi metterò da solo davanti al televisore, abbasserò il volume per non farmi condizionare nei giudizi, e soffrirò. Come se stessi lì, in panchina a Manaus”.
Fino a poco prima della partenza per il Brasile, Cesare Prandelli ha provato a convincerlo a tornare, l'ultima telefonata una settimana prima dell'inizio del ritiro di Coverciano. “Mi ha fatto piacere: è stato sempre schietto e diretto, come piace a me. I guai fisici mi hanno impedito di dire sì - racconta Riva - ma ora che si comincia a giocare, caspita se mi manca questo Mondiale...”.
Alla nazionale invia anche un altro messaggio: “L'Italia vive un momento difficile, spesso nei mesi scorsi ho evitato di parlare di calcio perché mi sembra difficile farlo con tanta gente che ha altro cui pensare: però le partite della nazionale in Brasile possono dare a tante persone un po' di orgoglio, e regalare un sorriso”.
Presente idealmente a Manaus, Riva si stringe a Buffon, “grande campione e grande uomo”, ma ha una curiosità che gli rimane dentro: “Vedo tanti ragazzi interessanti: Darmian, Verratti, Immobile. Ecco, vorrei essere lì per guardarli negli occhi un minuto prima di scendere in campo: non è dai piedi, ma da quello che si capisce che giocatore sei”.