Nazionali

L’eredità della candidatura: un lavoro per il futuro del calcio italiano

venerdì 28 maggio 2010

L’eredità della candidatura: un lavoro per il futuro del calcio italiano

Dopo 16 mesi di lavoro, tanto è durata la candidatura italiana dall’annuncio nel Consiglio Federale del 29 gennaio 2009 alla scelta della UEFA pronunciata oggi dal presidente Platini, ormai non è più tempo di dossier e voti, ma, come ha ribadito il presidente Abete “l’Italia deve guardare avanti a testa alta”.
 
Perchè la candidatura italiana a questo Europeo 2016 lascia davvero un’eredità tangibile. Come ha ribadito il presidente Abete nel corso delle interviste ai giornalisti italiani, resta infatti il patrimonio concreto rappresentato dal “lavoro avviato tra Coni, Figc, decine di amministrazioni locali, con il sostegno del Governo e di tutte le componenti politiche, centrodestra e centrosinistra, e con quello dell’opinione pubblica”. E resta, ad esempio, la scelta di aver puntato sui giovani, su ragazzi provenienti da tutta l’Europa, come quelli che oggi sono saliti sul palco a raccontare la propria esperienza di vita nel nostro paese. Una rappresentazione scenica che è stata anche un messaggio alle Federazioni continentali per creare un percorso condiviso in cui i giovani siano al centro.
 
Nel corso della sua presentazione, l’Italia ha puntato sulla propria passione per il calcio rappresentata da Paolo Maldini, gli interventi istituzionali del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport On. Rocco Crimi e del presidente Figc Giancarlo Abete, i punti di forza del nostro progetto rappresentati da nove studenti Erasmus che hanno voluto testimoniare la loro idea di Italia, in un susseguirsi di video emozionali, sulle note del “Nabucco”, conclusi con le immagini dei campioni stranieri che in Italia hanno trovato la loro casa e la realizzazione del proprio talento. La presentazione della candidatura italiana è stata la migliore rappresentazione possibile dell’Europeo immaginato per il 2016 e, almeno sul palco, l’Italia ha vinto: in un crescendo di emozioni, lo show italiano, condotto da Laura Esposto, ha dimostrato, ancora una volta, come la tradizione calcistica italiana sappia scaldare i cuori. “La nostra – ha detto Abete nel suo intervento - è una proposta di sport a uomini dello sport”.
 
Secondo la scaletta ideata da K-events, l’agenzia di eventi di Filmmaster Group, l’Italia ha presentato gli 11 punti di forza della sua candidatura: i primi 9 sono stati illustrati dai ragazzi, ai quali è stato abbinato un video esplicativo (tra i temi la vocazione europea, il patrimonio culturale, l’ospitalità, la costruzione di nuovi impianti sportivi, il rispetto per l’ambiente, la sostenibilità finanziaria e l’orientamento calcistico del paese); la Esposto ha poi presentato il decimo punto, relativo all’eredità sportiva del progetto, ed ha introdotto l’undicesimo, la passione italiana per il calcio, rappresentata, in carne e ossa, da un’autentica leggenda sportiva del nostro paese, Paolo Maldini. “In Italia vi sentirete a casa” aveva detto l’ex stella del Milan riprendendo il motto della candidatura. “Io ho trovato in Italia – ha poi aggiunto - tutto ciò di cui ho avuto bisogno, ma mi sono sempre confrontato con il calcio europeo. La cosa più importante nel calcio? E’ giocare in modo corretto e divertirsi”.
Altrettanto emozionante è stata poi la chiusura, affidata ad un video che ha rievocato le imprese sportive dei campioni stranieri che in Italia hanno trovato il successo e qualcosa di più: e dopo le immagini, spazio al claim “You’ll feel at home”. Perché chi vive di calcio, in Italia si sente davvero a casa. Con o senza l’Europeo.