Il programma delle squadre Azzurre in campo a novembre
11 novembre 2023
venerdì 6 giugno 2008
E’ stato l’eroe di Berlino. Da quel giorno sono passati due anni, due scudetti e un grave infortunio che ha messo in pericolo addirittura la carriera di Marco Materazzi. Oggi ha in testa solo l’Europeo. Così come tutto il gruppo azzurro. E il primo obiettivo si chiama Olanda. “Sarà una partita difficile - esordisce Materazzi- perché è la partita d’esordio e perché è una squadra ben organizzata. Dovremo correre molto. Hanno grandi individualità come van Nistelrooy, che però ancora non ho incontrato in carriera”.
Il centrale dell’Inter conferma che la fame di vincere è rimasta tale e quale a quella del Mondiale. “Dopo il Mondiale ho vinto due scudetti, a testimoniare che la fame è rimasta intatta e vi posso assicurare che ho tanta voglia di vincere anche adesso”.
Materazzi conferma che la preparazione sta andando per il meglio, ma che bisognerà pensare a partita dopo partita. “Stiamo lavorando forte, consapevoli che solo così possiamo toglierci delle soddisfazioni. Il girone è difficile ed ogni squadra ha la possibilità di passare. Noi pensiamo all’Olanda, poi ci sarà la Romania ed infine la Francia”.
E, inevitabilmente, il discorso scivola sulla Francia. “E’ un’ottima squadra, ma lo sappiamo. Ho sentito Domenech che ha parlato bene del calcio italiano. Lui è una persona intelligente e ha capito che mettere altro pepe in una partita già tesa sarebbe stato sciocco. Poi ha detto che io sono stato il migliore della finale, quindi non posso mai parlare male di lui- dice Materazzi sorridendo, poi continua sulla possibilità di sfidare la Francia ai rigori già nel girone- Ai rigori? No per l’amor di Dio i rigori un’altra volta no. Già, quando riguardo quelli dei Mondiali, ogni volta spero che entrino”.
La sua condizione sta migliorando di giorno in giorno e Materazzi conferma di sentirsi bene. “La mia condizione è ottima e anche nel finale di stagione mi sono spinto spesso avanti, perché stavo bene. Anche quando ho stoppato involontariamente il famoso tiro di Cruz, ero andato avanti dopo un mio anticipo e avevo corso più veloce di Suazo che proprio piano non va. Ho sentito le critiche, ma ormai la penso come Kennedy, che diceva perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare i loro nomi”.
Il numero 23 azzurro rifiuta l’etichetta di personaggio e sa che ogni volta deve dimostrare il proprio valore. “I giornalisti mi hanno fatto diventare un personaggio. Io sono rimasto lo stesso. Il fatto di dover sempre dimostrare il mio valore, è una cosa che mi accompagna fin da piccolo. Ma a me piace così, perché quando mi conquisto una cosa me la godo di più. Anche il posto da titolare ho voglia di conquistarmelo, non di averlo in regalo. Per me è meglio così, riesco a dare molto di più”.
Materazzi pone l’attenzione sul gruppo e ammette che, come al Mondiale, anche stavolta il gruppo è molto unito. “Io sono consapevole della mia forza, ma questo è un gruppo compatto e io cercherò di farmi trovare pronto quando sarò chiamato in causa, come al Mondiale, altrimenti farò il tifo per i miei compagni, come è normale che sia”.
Il gruppo. Da sempre gli azzurri pongono l’attenzione sulla compattezza di questo gruppo e Materazzi parla anche di alcuni compagni e il discorso non può non iniziare da Cannavaro. “Il mio gemellino sta bene. Il fatto che si sia fatto male proprio lui, è una ferita ancora più grande per me. Stamattina ha fatto i primi passi. Mi chiedete quanto è importante per noi Luca Toni? Tantissimo, il suo valore lo avete visto ancora una volta in più nel Bayern. De Rossi? Qualcuno ha scritto che io e lui non siamo amici. E’ una sciocchezza. Lo ritengo uno di più grandi centrocampisti del mondo e penso che darà il suo contributo. Infine Cassano. Antonio è una persona intelligente. E’ grato al mister per l’opportunità che gli ha dato e sono sicuro che, se saprà aspettare il suo momento, potrà far vedere a tutti quanto è bravo”.
L’ultimo pensiero è per l’infortunio. “Ho avuto un po’ di difficoltà come normale. Ora ho voglia di dimostrare che posso ancora giocare a certi livelli. Se spero in un’altra Italia-Germania? Magari, perché vorrebbe dire essere andati avanti e sarebbe bello incontrarli magari in finale”.