Menichelli racconta l’Europeo: “Un trionfo per tutto il movimento”
martedì 18 febbraio 2014
“L’immagine che porterò per sempre con me è di quei tifosi italiani che sventolavano il tricolore dentro al palazzetto di Anversa e di un bambino, che poi ho scoperto essere figlio di un nostro connazionale che vive in Belgio, che cantava a squarcia gola l’inno di Mameli”. Dieci giorni fa la Nazionale italiana di futsal festeggiava il suo secondo titolo Europeo e, pochi minuti dopo il successo in finale con la Russia, Roberto Menichelli faticava a trovare le parole per descrivere quello che provava: “E’ un’emozione forte, molto forte – confessava a caldo il tecnico azzurro - e che allo stesso tempo è difficile da spiegare. E’ la più grande soddisfazione da quando sono allenatore. Ringrazio prima di tutto i ragazzi, che sono stati ancora una volta eccezionali”.
Dopo le due medaglie di bronzo agli Europei di Croazia e al Mondiale thailandese, il tecnico azzurro ha riportato l’Italia sul tetto d’Europa undici anni dopo il trionfo di Caserta. Nella sede della Federcalcio, con la Coppa alzata al cielo dagli Azzurri nella notte di Anversa, Menichelli ripercorre con noi le tappe di un’avventura iniziata in salita, con il ko con la Slovenia all’esordio: “Quella sconfitta – spiega il tecnico, che vanta anche 28 presenze e 2 reti in maglia azzurra – ha contribuito a fortificare il nostro spirito. Sapevamo che non sarebbe stato facile affrontare nel girone due avversari ostici come Slovenia e Azerbaigian e che era fondamentale passare da primi per evitare la Spagna ai quarti. Con l’Azerbaigian siamo riusciti a vincere nettamente (7-0, ndr) e abbiamo preso ancora più fiducia nei nostri mezzi. E così sono arrivati i successi con Croazia e Portogallo, battuto ancora per 4-3 in una partita che mi ha ricordato il successo ai quarti dell’ultimo Mondiale”. Poi nell’altra semifinale la Russia, al secondo supplementare, ha superato un po’ a sorpresa la Spagna: “Forse sono arrivati un po’ più stanchi alla finale – ammette Menichelli – ma non credo abbiano risentito troppo delle fatiche con la Spagna. Siamo stati bravi a far sembrare semplice la vittoria in finale, i ragazzi sono stati fantastici”.
Ad Anversa è arrivata la consacrazione di Romano, Mammarella ha confermato di essere uno dei portieri più forti del Mondo e capitan Lima ha preso più di una volta per mano i compagni. Ma quello dell’Italia è stato davvero il successo di un gruppo sempre compatto, in cui tutti si sono fatti trovare pronti al momento giusto: “E in questo senso – conferma Menichelli – mi piace sottolineare l’ottimo Europeo disputato dai tre esordienti Giasson, Murilo e De Luca. Hanno dimostrato personalità e non è semplice al debutto in una competizione così importante”.
A giocatori dal passaporto italiano come i vari Saad, Honorio e Vampeta, negli ultimi anni si sono aggiunti talenti nati in Italia come Mammarella, Romano, De Luca: “Rispetto a qualche anno fa – spiega il tecnico – è aumentato significativamente il numero di giocatori nati nel nostro Paese. Quasi tutti i ragazzi poi si sono formati come calciatori in Italia e c’è chi, come Lima, è arrivato qui quando non era ancora maggiorenne”. L’età media della Nazionale è bassa e Saad (classe 1979) è il veterano del gruppo: “Abbiamo delle buone basi per il futuro e staremo attenti alle novità che arriveranno dal campionato. Con la Federazione abbiamo intrapreso il cammino giusto e sono convinto che anche i Futsal Camp riservati alle categorie Under 15 e Under 17 rappresenteranno un serbatoio molto utile. Il successo di Anversa ci ha permesso poi di dare un forte impulso al movimento del Calcio a Cinque, anche se i tifosi ci hanno sempre dimostrato il loro calore. Quando giochiamo in Italia vengono a vederci sempre moltissime persone”.
Nel 2016 è previsto un doppio appuntamento con il Mondiale in Colombia e l’Europeo di Belgrado: “Se continuerò ad essere il tecnico dell’Italia? L’intenzione da parte mia c’è. Faremo il punto più avanti con la Federazione, che intanto ringrazio per la stima che mi ha dimostrato. Ieri a Coverciano ho incontrato anche il Ct Prandelli e l’ho ringraziato per l’in bocca al lupo che ci ha mandato prima della finale. Ha dato la carica in più sia a me che ai ragazzi. E voglio dire grazie anche a tutti i tifosi che ci hanno seguito in Belgio e che hanno sofferto con noi davanti alla televisione. Il loro sostegno è stato preziosissimo”.