Il programma delle squadre Azzurre in campo a novembre
11 novembre 2023
domenica 25 maggio 2008
Inizia l’avventura. Inizia il lungo cammino che porterà la Nazionale azzurra in Austria e Svizzera a giocarsi la fase finale del campionato Europeo. Coverciano la casa di questo inizio, Roberto Donadoni l’uomo che dovrà guidare gli azzurri. Un Roberto Donadoni che ha appena pranzato con i suoi giocatori e si appresta a vivere la prima giornata di questo ritiro di Coverciano prima della partenza per Baden, fissata per lunedì 2 giugno. Non ci sono ancora i romanisti che, dopo la finale di Coppa Italia, arriveranno nella serata, così come Grosso che ieri ha vinto la Coppa di Francia con il suo Lione. Il Ct è sereno, sorridente tranquillo: sa che ci sarà da lavorare e da preparare al meglio la squadra per il difficile impegno in Austria e Svizzera, ma è anche convinto che questo gruppo è forte.
“Il ritiro – sottolinea il commissario tecnico con un sorriso - da giocatore sicuramente lo vivi con meno problematiche rispetto a come lo vivi da allenatore, però le mille sfaccettature che pesano alla fine ti danno quella positività che ti aiuta a crescere. Non dite che sono più sereno perché ho firmato il rinnovo del contratto, perché le mie motivazioni sarebbero state massime anche se fossi andato senza firma. Il presidente Abete mi ha solo confermato la stima che ha nei miei confronti e questo può solo farmi piacere”.
Cassano, Del Piero, Di Natale, Toni, ma non solo. “Questa è una Nazionale con tanta qualità- ammette Donadoni- sicuramente unita a tante altre componenti. Cosa dirò a centrocampo ai ragazzi quando li avrò schierati accanto a me? Improvviserò, perché quando studio le cose che devo dire, alla fine non mi vengono mai bene. So che sta per cominciare un lungo cammino e so che in loro ho trovato, al momento della chiamata, tanta disponibilità e voglia di mettersi al servizio della squadra lasciando da parte ogni interesse personale e sono sicuro che sarà così”.
Inevitabilmente l’argomento scivola su Antonio Cassano e sulla sua convocazione. “La convocazione di Antonio- dice il ct- è arrivata dopo una lunga riflessione con il mio staff. Ho ascoltato i miei collaboratori e alla fine ho chiuso il cerchio. L’ho fatto anche perché credo in me stesso e in quello che posso dare anche dal punto di vista umano. Non voglio essere un qualcosa in più, ma so solo che sono più grigio di capelli e quindi ho un po’ più di esperienza di lui. Ma il rapporto che avrò con Antonio è lo stesso che avrò con il resto della squadra. Cassano non è un extraterrestre e a lui parlerò chiaramente, come agli altri. Da lui, come dagli altri, voglio il giusto comportamento non solo sul campo quando giochiamo, ma anche fuori, anche negli allenamenti, per il bene della squadra e del gruppo. E sono sicuro che sarà così”. Per il Ct è presto parlare di moduli. C’è ancora tanto lavoro da fare: “Vediamo, ora faremo anche tanto lavoro tattico e capiremo, ma questi ragazzi mi hanno dimostrato che sanno interpretare molti sistemi e questo va solo a nostro vantaggio. Se poi mi chiedete se certi giocatori possono giocare insieme, vi dico che è tutto possibile, basta avere equilibrio e la convinzione da parte dei giocatori. Quindi vi dico che anche Del Piero e Cassano possono giocare insieme”.
L’Italia parte con i favori del pronostico essendo Campione del Mondo in carica, ma Donadoni sa che l’Europeo sarà una sfida difficile per tutti: “Mi chiedete le favorite? Non posso rispondere a questa domanda. Chi è arrivato alla fase finale vuol dire che è arrivato primo o secondo in gironi di qualificazione difficili e quindi ha tutte le carte in regola per poter ambire alla vittoria finale”. Unica nota stonata le condizioni di Perrotta, che dovranno essere valutate al momento del suo arrivo dopo il piccolo guaio muscolare al polpaccio. “Vedremo stasera- dice Donadoni- sembra un crampo, ma dovremo valutare, spero davvero non si tratti di niente di grave”.
Capitolo Inzaghi. Il Ct garbatamente rifiuta ogni tipo di polemica. “Capisco che un ragazzo che rimane fuori possa esternare la sua delusione, è comprensibile. Lui ha questo entusiasmo che lo fa essere ancora un ragazzino, ma io non ho niente da scusarmi o da rimproverarmi. Noi due sappiamo come sono andate veramente le cose. Non bisogna entrare nel merito delle motivazioni: io rispetto lui, ma anche lui deve rispettare me”.
Nel finale Donadoni ammette di essersi emozionato nell’incontro con il Presidente della Repubblica Napolitano durante la finale di Coppa Italia all’Olimpico. “Le belle parole nei miei confronti da parte di una persona della sua esperienza e del suo carisma, non possono che fare piacere. Mentre parlavo con lui pendevo dalle sue labbra e le sue parole mi hanno dato ancora più forza per affrontare questa avventura”.
foto: A. Sabattini