Roma, atmosfera magica: e per l’Olimpico una notte da protagonista
mercoledì 27 maggio 2009
L'atmosfera è di quelle inebrianti. Roma indossa il suo vestito migliore per accogliere al meglio i tifosi inglesi e quelli spagnoli. Ponte Duca d'Aosta è un unico lungo serpentone in cui tifosi del Barca e del Manchester si sono abbracciati idealmente nel passo scaramantico verso lo stadio. Più tranquilli e sereni i tifosi del Manchester, almeno all'apparenza. Più timorosi i tifosi del Barca. Loro tornano in finale dopo tre anni, per i tifosi del Manchester questo è un film già visto lo scorso anno a Roma.
L'Olimpico pian piano si colora. I trenta gradi del giorno lasciano il posto ad una più fresca serata che può essere di gioia per qualcuno, di lacrime per l'altro. Il tabellone dello stadio scandisce il tempo che manca all’inizio di una finale storica con un gigantesco cronometro. E' il tempo della passione, è il tempo dei cori, è il tempo che serve ad inneggiare ai propri campioni quando vengono inquadrati dalle telecamere. Il Barca rimane in campo il tempo di un'occhiata, poi tutti di corsa giù a trovare la concentrazione, il Manchester invece rimane in campo, prende confidenza con il terreno di gioco, quasi a volerselo fare amico. I tifosi dei Red Devils hanno preparato una super coreografia per ricordare il centenario di Sir Matt Busby, storico manager del Manchester prima di Sir Alex Ferguson. I tifosi del Barca colorano la loro curva di giallo-rosso- e blu, d'altra parte, ironia della sorte, sono in curva sud, quella storicamente occupata dai tifosi della Roma.
L'intera città si ferma. I Fori imperiali, che nel pomeriggio erano invasi dai tifosi, sono silenziosi, assorti, sonnolenti come ad attendere i caroselli dei tifosi, come fu nel 2006 quando a sfilare fu la nazionale di Marcello Lippi. Inizia la musica della Champions. Michel Platini in piedi si gode lo stadio e l'ultima finale giocata di mercoledì. Dall'anno prossimo si giocherà di sabato. Poi, da buon padrone di casa, stringe la mano prima al Re di Spagna Juan Carlos, poi al Principe d'Inghilterra Wiliams. Si siede a fianco di Berlusconi e del presidente federale Abete. Inizia la cerimonia di inaugurazione, si rappresenta la storia di Roma, la storia che vogliono fare Manchester e Barcelona. Il Manchester per vincere la seconda Champions consecutiva, mai nessuno ci è riuscito dal 1993 (anno in cui la Coppa Campioni si è trasformata in Champions), il Barca per far segnare una meravigliosa tripletta stagionale Liga, Copa del Re e Champions. Risuonano nell'aria le dolci note della voce di Andrea Bocelli. E' lui a cantare prima un'aria sulle note del film “Il Gladiatore”, poi l'inno della Champions. I tifosi del Manchester come detto colorano la loro curva con un gigantesco “For Sir Matt”. I tifosi del Barca con l'azulgrana di catalogna. La festa è qui, ora Roma è veramente il teatro dell'evento. La città eterna è pronta a salutare i campioni.
Foto GMT