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I giorni magici di Quagliarella. “Il segreto è lavorare con serietà, un onore essere allenato da Mancini”
Nel 2015 l’ultima convocazione dell’attaccante della Sampdoria: “Essere qui a 36 anni è motivo di soddisfazione, pensavo che il mister mi volesse nello staff…”lunedì 4 febbraio 2019

Roberto Mancini sa che la classe non sfiorisce con gli anni, anzi. Lo ha dimostrato in campo e quindi non può essere troppo meravigliato dall’exploit di Fabio Quagliarella, che a 36 anni è secondo dietro a Cristiano Ronaldo nella classifica dei capocannonieri della Serie A con 16 reti e che giusto una settimana fa ha eguagliato il record di un certo Gabriel Omar Batistuta, andando a segno per 11 partite consecutive in campionato. L’attaccante della Sampdoria si è fermato sabato a Napoli, ma oggi a Coverciano può festeggiare una convocazione che mancava dall’ottobre 2015 in occasione delle gare valide per le qualificazioni a EURO 2016 con Azerbaigian e Norvegia. L’ultima presenza risale addirittura a 8 anni fa, all’amichevole con la Romania disputata nel novembre 2010. “La settimana – racconta incontrando i giornalisti a Coverciano - è stata intensa, bellissima. Cercavo di isolarmi, ho ricevuto tanti complimenti. A Napoli ci pensavo al gol per superare il record, ma avevamo davanti una grande squadra. Va bene così. Eguagliare Batistuta è stata una grande gioia, era impensabile: ringrazio compagni, società, tifosi”.
In conferenza stampa Mancini ha dichiarato di stimare da anni Quagliarella, una stima ricambiata dal bomber di Castellammare di Stabia: “È un simbolo della Samp, è un piacere e un onore essere allenato da lui. Sono felicissimo di dare un contributo importante, ma alla Sampdoria ho fatto un decimo di quello che ha fatto lui. Essere convocato a 36 anni è motivo di soddisfazione, si vede che il Ct guarda a tutti, a chi fa bene e a chi merita. Ad un certo punto ho detto: ma il mister mi vuole nello staff o come giocatore?”.
Cresciuto con le cassette di Maradona, con due attaccanti di razza come Montella e Shevchenko come idoli, Quagliarella sa di essere un modello per i giovani (“mi piacciono Chiesa e Zaniolo, ma ce ne sono tanti e il Ct non se li fa scappare") e rivela come è possibile mantenersi così in forma a 36 anni: “Lavorare con serietà, ecco il segreto. Il lavoro alla lunga paga. L'importante è allenarsi bene, riposare bene. Dopo i trent'anni cambiano un po' di cose. È importante l'alimentazione, ma è fondamentale il modo di allenarsi. Io spingo perché poi me lo ritrovo la domenica. Essere poi vicino alla porta come faccio alla Sampdoria mi ha giovato”.
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In maglia azzurra Quagliarella ha vissuto la cocente delusione dell’eliminazione dal Mondiale sudafricano, primo passo falso della Nazionale dopo l’indimenticabile note di Berlino. L’Italia di oggi gli piace: “È molto propositiva, gioca, crea, prova subito a recuperar palla. A prescindere dal girone, siamo l'Italia. Bisogna tornare ad essere quello che siamo sempre stati. C'è bisogno dell'aiuto di tutti per tornare in alto".
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04-02-2019 Allenamento Stage a Coverciano Gallery
4 febbraio 2019