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Buffon: "Anche io devo meritarmi il posto da titolare"

martedì 20 maggio 2014

Buffon:
“Il ruolo del portiere mi ha affascinato ancor prima di praticarlo. Mi colpiva la diversità dagli altri calciatori già dal suo abbigliamento. Potersi vestire come vuole, indossando guanti e cappellino, lo rendevano ai miei occhi già di per sé un personaggio». Gianluigi Buffon, capitano della Nazionale e della Juventus, racconta come è nata la sua passione per il ruolo di cui è uno dei migliori interpreti al mondo, indicando, ancora una volta, chi è il suo modello: «Ho iniziato a giocare in porta sull’onda emotiva di Italia ’90, appassionandomi alle prodezze del portiere camerunese Thomas N’Kono, il mio idolo incontrastato – tanto da chiamare il primo figlio Louis Thomas”. Si sofferma poi su quel 29 ottobre 1997, giorno del suo esordio in Nazionale. La partita è Russia-Italia, spareggio per Francia ’98, si gioca a Mosca su un campo ghiacciato ai limiti della praticabilità. Il futuro capitano azzurro entra in campo per l’infortunio di Pagliuca e contribuisce a mantenere il decisivo 1-1 finale. Quando una giornalista locale lo paragona a Jasin, chiedendogli se pensa di diventare il portiere più forte della storia dopo il russo, Buffon risponde: “Chi ti ha detto che non sarò migliore di lui?”. La chiusura è dedicata ancora alle responsabilità che sente quando legge che Prandelli lo ritiene l’unico titolare sicuro: “Vivo per le responsabilità, più sono alte e più è gustosa la sfida. Quando non sentirò più il fuoco dentro sarà la fine. Non sono però così sciocco da pensare che sia vero. Il Mister ha voluto farmi una carezza ed è stata piacevole, ma sono consapevole che quella maglia me la devo meritare giocando”. L’intervista integrale a Gianluigi Buffon, realizzata da Fausto Bagattini, si trova su Panorama Icon di maggio 2014.