Articoli e interviste

Burgnich: "Per diventare grandi servono umiltà e concentrazione"

lunedì 7 aprile 2014

Burgnich:

Campione d'Europa nel 1968, Tarcisio Burgnich è stato per molti anni l'emblema del marcatore a uomo.

Implacabile e forte fisicamente, era soprannominato Roccia: "Per diventare grandi difensori sostanzialmente bisogna essere umili. E poi sempre concentrati - ha dichiarto Burgnich a Gianni Mura de La Repubblica - L' attaccante è un ruolo di fantasia, il difensore no. Ti tocca sempre la seconda mossa, ti muovi in base a come si muove l'avversario. Lui vuole fare, tu impedirgli di fare. Uno dei miei primi allenatori, Comuzzi a Udine, mi diceva: con un occhio e mezzo guarda l' uomo, con l' altro mezzo occhio il pallone. Oggi il massimo nel mondo è Thiago Silva. Non gli manca nulla. Ha corsa, fisico, visione di gioco, tecnica, tiro. Io ero un difensore umile e veloce, me la sono cavata anche contro Gento. Chi ha messo più in difficoltà è stato Dzajic nel '68. Alla prima partita, poi gli ho preso le misure".

Burgnich è un prodotto della scuola calcistia friulana che ha sfornato diversi campioni e allenatori quali Zoff, Bearzot, Capello, Lorenzo Buffon ecc. :"Molti che arrivano al calcio sono ragazzi dotati di una sfrontatezza che in Friuli è meno diffusa. Allenamento alle 10, ben che andasse arrivavano alle 9.59. Noi, campioni d' Italia e del mondo, eravamo sul campo un' ora prima. A fare il torello o anche a raccontarci barzellette, ma guai a tardare cinque minuti. Idem dopo l' allenamento, nessuno andava via come se dovesse timbrare il cartellino".

Tra i difensori italiani di oggi, ce n'è uno che piace particolarmente all'ex difensore della Nazionale: "Barzagli mi ricorda i nostri tempi, è un bel difensore all' antica. Non è velocissimo, ma compensa col mestiere e l' attenzione".

L'intervista di Gianni Mura a Tarcisio Burgnich è pubblicata integralmente sul numero odierno de La Repubblica.