Italiani all'estero

(Esclusiva) Marco Di Vaio: In Canada mi sono sentito a casa. E tra gli Azzurri stravedo per Destro e Immobile

giovedì 16 ottobre 2014

(Esclusiva) Marco Di Vaio: In Canada mi sono sentito a casa. E tra gli Azzurri stravedo per Destro e Immobile
"È arrivato il momento di salutare il calcio giocato ed è il momento dei ringraziamenti. Ringrazio innanzi tutto i miei genitori, mia moglie, le mie fantastiche bimbe e tutta la mia famiglia per essermi sempre stati vicino, per avermi accompagnato per mano in questa avventura durata 20 anni. Un grazie particolare a tutti i Club per cui ho giocato, a tutti gli allenatori che mi hanno supportato e sopportato, a tutti i compagni con i quali ho condiviso lacrime di gioia e di tristezza. Infine un infinito grazie a voi tifosi... per tutto ciò che mi avete dato in questi lunghi anni... spero di avere, in parte, compensato tutto l'affetto e la stima ricevuti. Un abbraccio a tutti e ci vediamo presto!" Così lo scorso 3 ottobre Marco Di Vaio, oltre 140 gol in Serie A e 14 presenze (con due reti) in Nazionale, ha annunciato il ritiro dal calcio giocato sulla sua pagina Facebook. In esclusiva per Vivo Azzurro, l’ex capitano del Bologna racconta  le sue sensazioni da italiano protagonista all’estero durante gli ultimi tre anni, nella MLS americana con la maglia canadese dei Montréal Impact. Un'esperienza arrivata dopo aver già giocato, tra l'estate 2004 e il gennaio 2007, nella Liga spagnola (Valencia) e nella Ligue 1 francese (Monaco). “Quella in Canada è stata un’esperienza molto bella che io e la mia famiglia ci siamo goduti sino in fondo sia sul piano sportivo che personale”, racconta, rendendosi conto di come le sue gesta da calciatore abbiano contribuito a tenere alto il nome dell’Italia in Nord America, con oltre 30 reti e due Canadian Championship (una sorta di coppa nazionale) vinte. Marco Di Vaio, viste le sue esperienze in Spagna, Montecarlo e Canada, come si vive il “senso di italianità” fuori confine? Il senso di italianità l’ho sentito molto di più in Canada rispetto alle mie altre due esperienze. A Montecarlo, per esempio, anche se sei molto vicino dall’Italia, ti ritrovi in un posto in cui questo sentimento non lo senti affatto. A Montreal, invece, è molto radicato. Ho trovato infatti grandissima disponibilità da parte di tanti italiani che hanno le stesse nostre abitudini. È grazie a loro che fin dal primo giorno alla mia famiglia non è mai mancato nulla. Tutto questo perchè non ci siamo mai sentiti estranei per modi di fare, abitudini e tradizioni, che fanno di questa comunità un vero spettacolo. Andiamo al calcio giocato: come vive una ex star della Serie A e della Nazionale un campionato cosi diverso come la MLS? Non direi che la MLS sia un campionato di minore spessore rispetto a quelli europei. È ovviamente un campionato molto giovane, nel quale puntano su un altro tipo di organizzazione, ma ha comunque margini di crescita e miglioramento molto ampi. Non a caso, ogni anno attira sempre maggiori attenzioni da parte di giocatori di classe mondiale e dall’Europa in generale. Cosa può imparare l’Italia dalla cultura e dal calcio americani? Certamente il nostro paese potrebbe prendere qualche spunto dal punto di vista dell’organizzazione, soprattutto quella degli stadi. Ma a dire il vero il “Made in Italy” non ha mai smesso di essere un importantissimo marchio di fabbrica per il calcio mondiale, tra i primi al mondo. Ora che la sua splendida carriera agonistica è giunta alla fine, cosa pensa di fare da grande? Ancora non lo so. Per ora si torna in Italia dalla famiglia senza alcun piano in mente. Poi vedremo cosa succederà... Un giudizio sull’Italia di Conte che è partita alla grande nel girone di qualificazione per gli Europei del 2016. La Nazionale è partita bene e con buoni risultati. Sicuramente, il gioco che vuole Conte è di un altro livello, nel senso che l’obiettivo è quello di fare giocare la squadra come ci aveva abituato alla Juventus. L’importante però era vincere subito e già siamo a quattro vittorie su quattro. Questo sicuramente ti dà la possibilità di lavorare meglio. I ragazzi sono stati bravi a portare a casa i risultati, che era la cosa migliore dopo un Mondiale difficile. C'è un giocatore di oggi in cui ti rivedi in campo? Non so quanto possano somigliare a me, ma mi piacciono particolarmente Immobile e Destro. Sono giocatori molto forti e umili, sanno giocare molto bene in area e, soprattutto, hanno un fiuto del gol veramente eccezionale. © E’ vietata la riproduzione di questo contenuto, se non espressamente accompagnata dalla citazione della fonte: www.vivoazzurro.it.