Buon compleanno a Pietro Vierchowod!
06 aprile 2021
mercoledì 11 settembre 2013
L’Italia dei record, quella che ieri sera ha battuto la Repubblica Ceca 2-1 e si è guadagnata – prima volta nella storia – con due turni di anticipo un posto per Brasile 2014, fa il pieno anche in tv: oltre 9,5 milioni di spettatori hanno seguito la gara su Rai1 per uno share pari a 36.83%. E’ l’Italia dei grandi numeri, delle 136 presenze di Buffon, di Pirlo che ha superato i 100 gettoni, della vittoria numero 400 della storia della Nazionale, è l’Italia che mantiene la sua imbattibilità e adesso ha tutto il tempo davanti a sé per preparare il Mondiale.
“Una squadra speciale” è stata la definizione usata da Prandelli a caldo per rendere l’idea del cammino percorso in questi anni dal gruppo azzurro, dal momento in cui è partito il progetto con l’obiettivo mondiale. E il giorno dopo, a mente fredda, il cittì è ancora più convinto della sua teoria: “Mi sono svegliato – racconta - e la riflessione che ho fatto è stata che questa è una nazionale con tanti valori. Ha capacità di soffrire, di stare sempre sul pezzo, di esserci nei momenti particolari. E poi è stata una serata bella, davvero bella: per la nazionale, per il calcio, per lo stadio, per la gente che ci ha incitato e per quella che aspettava la squadra fuori dal ritiro cantando l’inno di Mameli. Vai sotto di un gol e la gente ti aiuta, Balotelli sbaglia come può capitare ad un attaccante e il pubblico lo applaude: dovrebbe essere sempre così. Mario ha fatto i complimenti ai tifosi della Juve, mi piace pensare che fossero tutti tifosi dell’Italia: gli juventini, i torinisti, i fiorentini… Nove milioni e mezzo di italiani davanti alla tv per seguirci sono tanta roba. A Torino ho percepito che è tornato l’amore per la nazionale”.
Adesso inizia il conto alla rovescia, nove mesi esatti all’inizio del Mondiale. Che Italia sarà? “C’è bisogno di migliorare la nostra fisicità. Ai club non ho chiesto proprio nulla, se non due giorni a un mese dalla fine del campionato per dei test sulla condizione fisica. Sarà molto importante avere in mano quei dati. Ha ragione Buffon quando sostiene che l'Italia al Mondiale sarà in terza fila: ci sono quattro o cinque nazionali fortissime, ma non sempre vincono i più bravi. Noi abbiamo volontà e idee, siamo intraprendenti. In questi nove mesi partoriremo anche la convinzione delle nostre capacità: ora è presto per fare pronostici, sotto Mondiali potremo dire con chiarezza quale è il nostro obiettivo in Brasile. Ma abbiamo sempre detto che un torneo così è un sogno, e noi vogliamo sognare in grande”.
Si parte da un gruppo di base, ma Prandelli ribadisce che le porte della nazionale sono aperte a tutti: “Nomi e numeri non ne faccio, ma lavoriamo su un gruppo di 30-32 giocatori. Non a caso nelle ultime partite i convocati erano 27-28. Diciamo che lavoriamo sui terzini e sull’assortimento dell’attacco, e poi sui giovani. Non farò nazionali sperimentali, contro Danimarca e Armenia sono ancora partite ufficiali e ci teniamo a mantenere l’immagine di un girone condotto sempre in testa. Ma è chiaro che ci sarà spazio per chi ha meno occasioni. Sì, anche per gente come Verratti, Insigne, Florenzi, Destro che hanno bisogno di giocare per crescere sotto il profilo psicologico e della personalità. E poi c’è grande attenzione per Giuseppe Rossi: può succedere qualcosa di bello, per lui e per noi. Con lui e Cassano come coppia d’attacco è nato un po’ tutto, è nata questa nazionale: loro consentivano un centrocampo di piedi buoni e palleggio. Rossi ha grandi qualità tecniche,visione di gioco, può giocare prima e seconda punta, è un attaccante moderno. E può fare coppia con Balotelli”.
Balotelli, indicato da molti come l’uomo che può far vincere l’Italia. E Prandelli conferma: “E’ così, davvero. Ieri ho visto una partita in cui è successo qualcosa di nuovo. La prima cosa: Mario che sbaglia dei gol, non si lascia vincere dal nervosismo, rimane concentrato, fa cose di grandissime qualità”.
Ma, prima del Mondiale, c’è da risolvere un’altra questione che riguarda il futuro del cittì: “Saremo trasparenti, ma non c’è alcuna fretta. Non abbiamo un appuntamento tra due giorni, né tra quattro. Non c’è una data fissata e neppure una limite. Ho semplicemente detto, rispondendo a una domanda, che avremmo programmato il futuro, della nazionale e della panchina di ct, prima di partire per il Mondiale. Così sarà, con la massima chiarezza. Sinceramente, non mi sarei aspettato tanta eco per una cosa normalissima. In aprile Del Bosque ha detto faccio il Mondiale e poi penso ad altro, e in Spagna non sono andati nel panico”.