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L'intervista integrale a Gigi Buffon di FIFA.com

lunedì 6 maggio 2013

L'intervista integrale a Gigi Buffon di FIFA.com

Gigi Buffon è uno dei mostri sacri del calcio mondiale. Indiscusso numero uno azzurro degli ultimi 15 anni, il venerabile portiere della Juventus è il naturale successore del grande Dino Zoff, che vinse un Mondiale a 40 anni.

Da quando fece il suo debutto in Nazionale a Mosca contro la Russia il 29 ottobre 1997, Buffon ha aggiunto altre 125 presenze nella sua collezione. Campione del Mondo a Germania 2006, dove vinse il premio Yashin come miglior portiere, l'impareggiabile estremo difensore italiano ha capitanato il suo paese anche dopo l'arrivo di Cesare Prandelli nel 2010.

Autoritaria presenza dentro e fuori dal campo, Super Gigi - come lo chiamano molti ammiratori - all'età di 35 anni non ha perso alcuno dei suoi poteri e non ha ancora pianificato il proprio ritiro. Sempre affamato di successi con la sua Juve, nutre grandi speranze sul futuro della Nazionale, che sta volando alto nel proprio gruppo di qualificazione a Brasile 2014 e che rappresenterà l'Europa alla FIFA Confederations Cup Brasile 2013 di giugno.

Riflettendo sui tanti momenti importanti della sua ilustre carriera, il grande portiere italiano ha parlato in esclusiva a FIFA.com.

Fino ai 14 anni di età hai giocato come centrocampista difensivo. La leggenda vuole che le performance del camerunense Thomas N'Kono a Italia 1990 ti fecero venire voglia di giocare in porta. E' vero?

Sì. Sono state le parate spettacolari di Thomas N’Kono che mi hanno fatto innamorare del ruolo. Divenne rapidamente il mio eroe, e ho chiamato mio figlio Louis Thomas in suo onore. Dopo la sua nascita N'Kono mi ha chiamato per congratularsi.

Qualcuno dice che i portieri siano come il vino di qualità: migliorino con l'età. Quando credi che un portiere raggiunga il proprio apice?

Non lo so. Ovviamente i 30 anni sono un punto cruciale della vita, ed è lo stesso anche nello sport. Una volta passati i 30 anni si può contare sull'esperienza durante le partite e gli allenamentii, ma bisogna lavorare duro per mantenere lo stesso livello qualitativo. Dopo...

Pensi che i portieri-capitani possano compiere bene il proprio dovere, trovandosi spesso molto distanti dall'azione di gioco?

Non ho mai creduto che essere capitani significhi solo indossare una fascia. Un vero capitano gioca un importante ruolo per la squadra in campo e negli spogliatoi, a prescindere dalla posizione in cui viene schierato.

Con quale difensore ti trovi o ti sei trovato meglio a giocare?
Ce ne sono cinque, senza dubbio: Fabio Cannavaro, Lilian Thuram, Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini.

Una grande parata è importante come un gol segnato?

Onestamente penso di sì. I portieri sanno che è difficile per loro mascherare gli errori commessi. E' una posizione che richiede una concentrazione totale. Non ci si può mai rilassare.

Qual è la parata più importante della tua carriera?

E' molto difficile sceglierne una in particolare. Fortunatamente, ne ho fatta molte, sebbene credo che quella su Zinedine Zidane nella Finale del Mondiale 2006 in Germania sia stata probabilmente quella più decisiva.

Nella tua prima stagione alla Juventus nel 2001/02 hai subito solo 23 gol in 34 gare di campionato. E' ancora il tuo record?

Sicuramente è il più importante record difensivo. Sarebbe fantastico se riuscissimo a migliorare ciò che abbiamo raggiunto 11 anni fa.

Hai fatto circa 800 presenze a livello di club e 126 con la nazionale del tuo paese. Quale allenatore ha avuto il maggiore impatto su di te, capendoti meglio?

Non vorrei risultare noioso ma credo che ogni allenatore abbia avuto un impatto decisivo sulla mia carriera. Detto ciò credo che Antonio Conte sia stato il migliore allenatore con cui abbia mai lavorato. In poco tempo ha infuso nuova vita a una squadra che nelle due stagioni precedenti non era andata oltre il settimo posto, vincendo subito.

Quale attaccante ti ha creato più problemi?
Zlatan Ibrahimovic è un grande giocatore che mi ha sempre impressionato e creato problemi.

Quale difensore vorresti avere davanti a te?
Non potrei scegliere migliori difensori di quelli con cui ho giocato.

Cosa significa per te la Juventus?
Una vita di successi, lotte ed impegno Una famiglia in cui sono cresciuto e in cui ho contribuito a crescere le nuove leve. E' una sorta di scelta di vita.

In accordo con Andrea Agnelli il prolungamento del tuo contratto comporterà niente più che una stretta di mano perché tu sei, come egli dice, una "brava persona" che alla Juve è "di casa".

E' vero. Non c'è molto da aggiungere. Quando costruisci relazioni eccellenti, come in questo caso, non hai veramente bisogno di parole per giungere a un accordo.

Cosa ti passa per la testa da capitano 35enne della Nazionale quando vedi ragazzini di 19 anni giocarti a fianco?
Che il tempo non si ferma per nessuno. Ho debuttato a 17 anni e ora ne ho 35. Non posso fermare la lancetta dell'orologio, ma sono veramente in pace con me stesso e non sono dispiaciuto. Il futuro appartiene ai più giovani e sto cercando di trasmettere loro l'esperienza acquisita negli anni.

L'Italia di questi tempi gioca un calcio più offensivo. Ha abbandonato il proprio tradizionale spirito difensivo?

Grazie all'eccellente lavoro che Cesare Prandelli sta facendo, penso che sia stato trovato un bilanciamento tra solidità difensiva e quell'approccio offensivo che permette ai nostri grandi attaccanti di esprimersi al meglio.

Vedi la FIFA Confederations Cup come una prova generale per i Mondiali 2014?
Più che altro è un test importantissimo.

Che squadra vorresti incontrare in finale?
Il Brasile, per la sua storia, e perché è sempre eccitante affrontare la squadra di casa.

Poco tempo fa, hai acquistato la squadra della tua città, la Carrarese. Dobbiamo chiamarti Capitano o Presidente?
Chiamatemi soltanto Gigi. E' sufficiente.