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06 aprile 2021
martedì 19 marzo 2013
Coverciano, 19 marzo 2013 - La maglia azzurra Gigi Buffon ce l’ha cucita ormai addosso. E lui, campione del Mondo e tra i leader della Nazionale di Cesare Prandelli, non può che guardare con fiducia ad una squadra costruita con la giusta dose di esperienza e rinnovamento.
"Il fatto che ci siano tanti ragazzi nuovi e anche giovani – spiega in conferenza stampa - fa ben sperare per il futuro. Sembra che ci sia un ricambio importante e di valore, fino a qualche anno fa era un problema che ci stavamo ponendo e che adesso sembra in via di risoluzione".
Giusto pensare al futuro, ma intanto giovedì con il Brasile si scende in campo per una sfida che tutto il gruppo azzurro vive in maniera particolare: “Al di là del fatto che è un'amichevole, quando ci sono certi confronti è normale che non vuoi mai sfigurare. Il banco di prova è importante e stimolante e alla fine ci apprestiamo a rappresentare l'Italia in una competizione come la Confederations Cup, un torneo che dovremo giocare al meglio, cercando di vincerlo. Di conseguenza dovremo prepararci nel migliore dei modi".
Da un campione del mondo a un altro, Gigi Buffon non ha mai nascosto il rapporto di stima e amicizia che lo lega a Francesco Totti. E su un possibile ritorno in azzurro del capitano della Roma ha le idee chiare: "Lo spogliatoio per quel che riguarda le decisioni di un ct non deve dir nulla, sono responsabilità specifiche di chi guida la squadra. Poi se si parla di un ragazzo come Francesco,allora dico che lui ancora oggi è uno di noi. Con qualcuno di noi, me compreso, sin dall'Under 15 Totti ha condiviso questo tipo di avventura e per me sarà sempre un mio compagno di Nazionale. Per un giocatore con il suo talento, la sua caratura e la sua classe che continua a giocare a livelli formidabili come sta facendo quest'anno Francesco, è giusto che il ct non voglia precludere nulla. Mi sembra giusto per un ragazzo che sta scrivendo la storia del calcio italiano".
Dopo aver alzato insieme la Coppa del Mondo, Buffon e Totti non hanno mai smesso di mostrare il loro talento: “Credo, ma vado per ipotesi – ha dichiarato il capitano della Nazionale - che Totti dopo aver vinto il Mondiale del 2006 ha pensato che non ci fosse momento migliore per lasciare dopo quella vittoria. Penso che abbia preferito dedicarsi alla propria carriera e alla propria salute, cercando di avere meno impegni e di ottimizzare il lavoro che faceva per fornire prestazioni sempre all'altezza. Aveva 30 anni e pensava che fosse arrivato il momento giusto per salutare, ma vedendo che sono passati sette anni e sta così bene...Forse è in queste condizioni proprio perché ha potuto lavorare in questi sette anni in una certa maniera”.
Buffon non vuole svelare se gli abbia chiesto o meno di tornare in Nazionale: “Sono cose personali, lui sa quello che ci siamo detti", mentre non può che sottolineare l’ottimo rendimento di un altro giocatore di talento, quel Mario Balotelli che da quando è tornato a giocare in Italia sta dimostrando ogni domenica il proprio valore: “L'unica cosa che gli stava mancando prima era giocare con continuità, perché alla fine prima di venire al Milan non è mai stato un titolare inamovibile. Ora ha trovato la situazione ideale per poter dimostrare realmente il suo valore, che conosciamo tutti''.
Ma in conferenza stampa è stata anche la giornata di Luca Antonelli, tornato in azzurro quasi tre anni dopo il debutto con Estonia e Far Oer nell’estate del 2010.
“Mi sono dovuto fermare per la pubalgia – ha raccontato il difensore del Genoa - ho lavorato duramente e ora sto bene. Vivo questa occasione in modo splendido, è il sogno di tutti i giocatori arrivare in Nazionale. Ora devo lavorare bene da qui alla fine per guadagnarmi il posto per la Confederations Cup". L’esterno rossoblù guarda anche a Brasile 2014: “Il mio sogno è quello di partecipare ai Mondiali, spero di fare il meglio possibile con il mio club per conquistarmi la fiducia del Ct”. L’ultima battuta è su Totti: “E’ ancora uno dei più forti in Italia, ha colpi che solo lui riesce a fare. Oltre a essere un campione in campo, lo è anche fuori".