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06 aprile 2021
mercoledì 27 marzo 2013
Roma, 27 marzo 2013 - C’è ovviamente ancora la partita di Malta nei pensieri e nelle parole di Cesare Prandelli, il giorno dopo l’importante vittoria che rilancia le ambizioni dell’Italia. Tre punti preziosi che, però, non cancellano le ombre che preoccupano il cittì: “Sinceramente pensavo di poter fare qualcosa di meglio – spiega - sono tanti anni che si verificano certe situazioni: fai tanti buoni propositi, poi succede che alla prova dei fatti va diversamente. Abbassi i ritmi, le cose non funzionano, anche se bisogna sempre essere in due per poter vedere certe cose. Malta per due volte ha cambiato atteggiamento, ha provato a difendere alta ed è arrivata la nostra più bella azione, quella del secondo gol. Così sono tornati a difendere lo 0-2: ma in quelle occasioni dobbiamo essere più bravi, troveremo altre squadre così chiuse e bisogna essere molto più veloci, specialmente nei passaggi intermedi. Non è un paradosso se l'Italia si trova meglio con il Brasile che con Malta: se hai spazi li attacchi, se non li hai li devi creare”.
Una vittoria firmata dai gol di Balotelli, che significato hanno? “Mario è più sereno, i complimenti glieli ho fatti per questo. Non è facile essere tutte le volte atteso, tutte le volte al centro di falli, fischi, attenzioni particolari. Deve ancora crescere, e trovare la forza interiore di dimostrare a tutti chi è ma, quando hai a che fare con un talento come il suo, devi solo avere pazienza, aiutare a farlo crescere. Poi arriva il momento in cui il talento deve camminare con le proprie gambe, e il giocatore deve prendersi le sue responsabilità: ecco, questo è il momento giusto. Io non posso che fare i complimenti alla sua serenità, alla sua continuità, alla sua bravura”.
Non è il momento giusto, invece, per parlare di contratto. Prandelli ha altre priorità, però affronta la domanda su un prolungamento oltre il Mondiale: “Se mi chiedete se ho ricevuto proposte, dico no: è presto per parlarne. Siamo tutti concentrati sul raggiungimento della qualificazione a Brasile 2014. Dopo l'Europeo ho ammesso che avevo anche pensato a dire basta, è un'idea che ho avuto. Non vorrei tornarci, ma il mio desiderio è affrontare il Mondiale nel miglior modo possibile. Vorrei che ci fosse più coinvolgimento: guardate il Brasile, per la Confederations fermano tutto per un mese. Alle nazionali ci tengono tutti, noi un po' di meno. Per un buon progetto tecnico ci vuole un buon progetto dirigenziale: il lavoro di Demetrio Albertini, l'attenzione del dg Antonello Valentini, la figura preziosa di Mauro Vladovich. Lavoriamo per il Mondiale, il futuro sarà poi”.
Prandelli dice di avvertire un’energia vitale in giro per l'Italia, e spiega: “Parlo di tutto il Paese, mi riferisco all'elezione di Grasso e Boldrini alle presidenze di Senato e Camera, ai continui inviti di Napolitano a rinnovarsi. C'è una voglia di freschezza, un orizzonte diverso: e noi da 3 anni a questa parte abbiamo fatto la nostra parte interpretando questa voglia. Abbiamo lavorato con serietà e coraggio sui settori giovanili, i risultati sono sotto gli occhi. Penso a De Sciglio, un predestinato per il quale devo ringraziare Allegri che già un anno fa mi disse di seguirlo; o alla sfrontatezza di Cerci, cerca sempre l'uno contro uno. O a Verratti. Il nostro futuro è qui: non ruberò nessun ragazzo all'Under 21, a giugno impegnata nell'Europeo, ci metteremo a tavolino e vedremo come si divideranno i ragazzi più promettenti. D'altra parte, penso che faremo il raduno a Coverciano insieme”.
Guardando avanti, Prandelli esprime un desiderio: “Abbiamo incontrato in amichevole tutte le nazionali più forti, manca solo l’Argentina. Sarebbe la perfetta chiusura del cerchio di questi tre anni, vediamo se si potrà fare. Se ci riuscissimo, sarebbe bello poter andare in udienza dal Papa che viene da Buenos Aires e ama il calcio, e poi un unico pullman per le due squadre fino allo stadio. Di più, non oserei sognare”.