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Prandelli, etica e lotta al razzismo

sabato 10 novembre 2012

Prandelli, etica e lotta al razzismo

Roma, 10 novembre 2012 - "Dobbiamo tornare ad avere fiducia nel calcio italiano. Molto dipende anche da noi, dal modo in cui affrontiamo i problemi, e da come diamo fiducia alle persone. La storia ci insegna che siamo un popolo che nelle difficoltà riesce a tirare fuori sempre qualcosa di buono, speriamo sia così anche questa volta". Lo ha detto Cesare Prandelli a Luigina Dinnella di Conquiste del Lavoro.

 

Il primo atto di Prandelli da commissario tecnico fu l'instaurazione di un codice etico all'interno del gruppo: "E' stato semplice. Ci siamo dati un codice di comportamento e solo dopo abbiamo parlato di gioco. Quando si accettano le regole diventa facile applicarle e farle rispettare. Rappresentiamo l’Italia con una maglia importante e volevo che questo gruppo potesse diventare un riferimento per I giovani".

 

Contro il razzismo non esistono mezzi termini: "E’ un’offesa alle tante persone per bene che girano in questo settore. Milioni di tesserati, un mondo di valori messi in campo; non bisogna generalizzare mai. Non si può che indignarsi, ma per venti imbecilli non si può accusare un’intera curva. Dovremmo tutti abbassare I toni, ma chi ha sbagliato deve pagare. Dovremmo isolare queste persone, prenderne le distanze, anche fisiche; lasciarli soli, allontanandoci dagli spalti, se non addirittura dal campo. La mia fu una provocazione, quando dissi, che al primo fischio contro Balotelli, i compagni sarebbero dovuti correre ad abbracciarlo. La risposta a un disagio deve essere prima di tutto emotiva, poi però bisogna agire sul serio".

 

 

L'intervista di Luigina Dinnella a Cesare Prandelli è pubblicata in forma integrale sul numero odierno di Conquiste del Lavoro.