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Prandelli: "G. Rossi tornerà grande!"

mercoledì 13 marzo 2013

Prandelli:

Firenze, 13 marzo 2013 - "Cosa desidero? Primo: ricerca di una serenità profonda nei rapporti con le persone cui voglio bene. Secondo: la Nazionale è diventata parte di me come accade quando un tecnico diventa tifoso della squadra, spero possa veramente inorgoglire i tifosi e commuovere gli italiani quanto mi commuovo io quando sento l’inno di Mameli. Terzo: vorrei avere la fortuna di vincere qualcosa di importante". E' quanto ha dichiarato Cesare Prandelli in un'interessantissima intervista rilasciata a Mario Tenerani del Guerin Sportivo.

 

"Noi intendiamo la Confederations Cup come una prova, non ci sono dubbi - ha continuato il Ct - quando sento la parola Maracanà si accende l’interruttore e ripenso all’oratorio di Orzinuovi, di fronte a casa mia. Interminabili partite su quel campo che per noi era appunto il Maracanà. Quel nome era il mio paradiso. Ma non sono mai entrato in quello vero."

 

Giuseppe Rossi presto si sottoporrà agli esami decisivi che renderanno noto quando il calciatore potrà tornare in attività, dopo il lungo infortunio: "Rossi è un campione sfortunato - ha detto Prandelli - e sono convinto che tornerà più grande di prima, più motivato di prima. Lui ha dentro una forte moralità. E’ un talento pronto a diventare un fuoriclasse: era titolare con me nella Nazionale italiana, non in una squadra qualsiasi. Punto su di lui per il Mondiale".

 

Lo scorso hanno l'allenatore dell'Italia aveva proposto l'organizzazione di stage azzurri: "Non è stata una mia battaglia, bensì un’occasione importante per crescere a livello giovanile. Tutte le Nazionali si radunano spesso: recentemente ho trovato la nazionale di pallanuoto. Ho parlato con l’allenatore e mi ha detto che senza gli stage sarebbe stato un disastro. Ma nel nostro calcio ci sono troppi interessi e il calendario è compresso. Mancavano le date... Non è difficile trovarle: gli stage si basano su lavori didattici, quindi non consumano energia. Il lunedì i giocatori sono liberi e potrebbero venire al raduno. Lo farebbero volentieri e io non chiederei più di due-tre giorni all’anno. Ci sarebbero due vantaggi immediati. Primo: riusciremmo a creare un gruppo nei concetti del lavoro didattico. Secondo: studieremmo i giocatori che abbiamo in testa e così non bruceremmo una convocazione. Faremmo tutti meno errori."

 

L'intervista integrale di Mario Tenerani a Cesare Prandelli è pubblicata sul nuovo numero del Guerin Sportivo.