Verratti: «Pirlo è un campione, ma il mio idolo era Del Piero»
martedì 5 maggio 2015
A soli ventidue anni Marco Verratti è già una pedina chiave, tanto di un grande club come il Paris St. Germain, quanto dello scacchiere azzurro di Antonio Conte.
Inevitabili, quindi, per lui i paragoni con i più grandi: per ruolo, visione di gioco e abilità nel possesso palla il centrocampista pescarese è stato spesso accostato ad Andrea Pirlo: «È sempre stato un motivo d'orgoglio esser paragonato ad un campione come Pirlo. Venire accostato ad un grande campione per me è stato solo positivo – dichiara Verratti, intervistato da Valentina Clemente per il Corriere dello Sport-Stadio – è chiaro che la pressione monta, perché se fai un errore sono tutti pronti a fartelo notare. Tuttavia i paralleli ti spronano ad andare avanti, perché sai che stai percorrendo la buona strada».
Una strada iniziata da trequartista, sognando un particolare “numero 10”: «Non ho mai avuto l'occasione di conoscere Alex Del Piero e mi è capitato di vederlo solo in Tv – racconta Verratti - era il mio idolo da bambino, perché era un piacere vederlo giocare».
Sognando Del Piero, con il tempo ed il lavoro Verratti è arrivato a conquistare l'Azzurro, partendo dalla Selezione Under 19 fino alla Nazionale maggiore. Un percorso che pochi giovani riescono a portare a compimento: «Ciò che manca in Italia è la fiducia. Quando sei forte la possibilità ti viene data, ma se sbagli più di una volta il club inizia ad essere meno accondiscendente – sostiene il centrocampista del Paris St. Germain - poi magari la colpa è anche dei ragazzi stessi, che si sentono arrivati troppo presto, perché la cosa più difficile è poi confermarsi».
Anche i giocatori più affermati, comunque, non possono sentirsi arrivati, soprattutto in Azzurro dove vige il criterio di selezione meritocratica del ct Antonio Conte: «Con Conte ho un buon rapporto, è un ottimo commissario tecnico, da quando ha preso in mano la Nazionale penso stia crescendo come squadra. Tutti hanno la possibilità di mettersi in mostra, ed è vero il detto che “scende in campo chi lo merita” – conferma Verratti – ha un tipo di gioco che bisogna capire a breve giro, è uno dei pochi allenatori che vuole che la squadra giochi come lui pensa. Ci vuole un po' tempo per far questo, però credo che finora abbiamo fatto un buon percorso ed ora la partita contro la Croazia ci darà ulteriori risposte».
È possibile leggere l’intervista completa a Marco Verratti sul numero odierno del Corriere dello Sport-Stadio.