Almanacchi Azzurri: 11 luglio 1982, arriva la terza stella!
lunedì 11 luglio 2016
L’avventura spagnola ai Mondiali del 1982 comincia a Vigo. La nazionale guidata da Enzo Bearzot si ritrova in un girone apparentemente privo insidie, con Polonia, Perù e Camerun. Ne esce con tre pareggi e tante polemiche, qualificandosi al turno successivo soltanto grazie alla differenza reti, a spese del sorprendente e imbattuto Camerun.
Il clima non è sereno, a causa dei difficili rapporti con i giornalisti, tanto che gli Azzurri, con una decisione senza precedenti, scelgono il silenzio stampa.
Dal freddo di Vigo al caldo torrido di Barcellona: l’Italia deve vedersela con gli argentini, campioni del Mondo uscenti, e i brasiliani, grandi favoriti. La partita contro l’Argentina segna l’inizio della rinascita azzurra. La squadra di Passarella viene annullata dai ragazzi di Bearzot: Gentile ferma Maradona, Tardelli e Cabrini infilano la porta di Fillol. La nazionale albiceleste è in ginocchio.
E’ il turno della sfida al Brasile che, grazie a una favorevole differenza reti, si qualificherebbe con due risultati su tre. Allo stadio Sarrià di Barcellona, l’Italia parte subito in avanti. Al 5' minuto Conti serve Cabrini che crossa in area per Rossi, il quale, di testa, insacca nella porta difesa da uno spaurito Valdir Peres. Sette minuti dopo Socrates pareggia. Ma l’Italia non si perde d’animo, e al 25' va di nuovo avanti con Rossi. A circa venti minuti dalla fine, Falcão, con la forza della disperazione, riequilibria il risultato. Sembra la fine e invece, poco dopo, il rinato “Pablito” Rossi beffa nuovamente l’estremo difensore brasiliano. Dopo una rete di Antognoni ingiustamente annullata, all’ultimo minuto, Oscar schiaccia di testa nella porta azzurra. Ma è soltato un’ultima illusione per i verdeoro che, credendo di avere pareggiato, esultano, prima di accorgersi del salvataggio di Zoff sulla linea.
L’Italia in semifinale ritrova la Polonia di Lato, orfana però di Boniek, squalificato. Rossi segna altre due splendide reti e gli Azzurri volano in finale, dove li aspetta una Germania Ovest stremata dalla rocambolesca semifinale, vinta all’ultimo rigore, contro la Francia di Platini.
Domenica 11 luglio 1982, il Mondo intero assiste al trionfo dell’Italia. Nella tribuna dello stadio Santiago Bernabeu di Madrid, il Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, siede a fianco del Re di Spagna Juan Carlos.
La prima emozione della partita, la procura Cabrini, nel primo tempo, sbagliando a un calcio di rigore. Nella seconda frazione di gara l’Italia dilaga. Dall’ennesimo fallo su Oriali, gli Azzurri guadagnano un’importate punizione. In area si tuffano in tanti, ma una sola testa colpisce la palla spedendola in rete: la testa di Paolo Rossi. E’ un gol stupendo.
Poco dopo, è la volta di Tardelli che, con un irresistibile diagonale, trafigge Schumacher. L’urlo celeberrimo che segue è quello liberatorio di tutto un Paese.
Dopo un’epica galoppata di Conti sulla fascia destra, anche Altobelli mette il sigillo sulla partita: è il 3-0. Ai tedeschi rimane solo il tempo di segnare il gol della bandiera con Breitner.
Al triplice fischio dell’arbitro Coelho è il delirio: l’Italia è campione del Mondo, come sottolinea tre volte, il telecronista Nando Martellini, con la voce rotta dall’emozione. Rossi si laurea capocannoniere del Mundial, mentre al capitano Zoff tocca il glorioso compito di alzare per primo la Coppa del Mondo. Un trionfo di una squadra, del suo allenatore e di una nazione intera.