Almanacchi Azzurri: il passaggio del testimone da Domenghini a Causio
mercoledì 29 aprile 2015
Il 29 aprile del 1972 è un giorno simbolico nella storia degli Azzurri, in particolare per quanto riguarda il ruolo di ala.
A Milano l'Italia affronta il Belgio per la gara d'andata dei Quarti di finale dei Campionati Europei.
Ferruccio Valcareggi si affida ai veterani, schierando otto undicesimi della formazione che quattro anni prima si era laureata Campione d'Europa.
Tra questi, nel ruolo di ala destra, gioca Angelo Domenghini, l'autore del gol che nel 1968 aveva salvato l'Italia nella prima gara contro la Jugoslavia, rimandando il discorso dell'assegnazione del titolo alla ripetizione della Finale.
Il ct azzurro punta molto sulle fasce laterali per «evitare l'imbottigliamento a centrocampo», ma gli Azzurri non riescono a sfondare e all'intervallo Valcareggi lascia negli spogliatoi Domenghini per inserire l'esordiente Franco Causio.
Una staffetta che segna l'ultimo atto della carriera in Nazionale di Domenghini, Campione d'Europa e vice-Campione del mondo, dopo 33 presenze e 7 gol.
Nello stesso momento, però, Causio compie il suo primo passo verso la gloria, che raggiungerà completamente dieci anni dopo al Mondiale di Spagna '82.
Il suo debutto è talmente positivo da conquistare in appena 45 minuti la fiducia di Valcareggi e di alcuni “senatori” come Sandro Mazzola, che nel post-gara affermerà: «Causio mi è piaciuto moltissimo».
Lo stesso Barone, soddisfatto, si sbilancerà fino a dichiarare: «Ritengo di aver disputato una buona partita – sottolineando poi come la Nazionale fosse – un sogno divenuto realtà».
Un sogno destinato a durare undici anni, terminando dopo 63 presenze e 6 gol fatti.