Euro 2020: gli aneddoti di Immobile e Verratti - Video
02 settembre 2021
venerdì 22 maggio 2020
Nato l' 1 Novembre 1973 a Terracina, dove risiede tuttora, Emiliano Del Duca è allenatore della Nazionale di Beach Soccer dall’aprile del 2018. In poco più di due anni, con i suoi Azzurri si è laureato Campione d’Europa nel 2018, e vice-Campione del Mondo nel 2019, andando così ad ampliare ulteriormente la sua bacheca di allori personale, già affollata per gli innumerevoli successi a livello di club. Lo abbiamo intervistato in esclusiva.
Come ha vissuto gli ultimi due mesi?
A livello lavorativo ho rivisto tutte le partite della stagione e ho analizzato le statistiche delle gare dell'Italia al Mondiale dello scorso novembre, per capire quali sono i nostri margini di miglioramento. Per il resto, ho lavorato sul mio inglese, guardando film e serie tv in lingua e, soprattutto, ho avuto modo di passare del tempo con la mia famiglia. Ed è stato molto bello, dato che lo scorso anno, tra partite di campionato da visionare e impegni con la Nazionale, sono stato lontano da casa per oltre 200 giorni.
Ha mantenuto i contatti con i suoi Azzurri?
Li ho sentiti tutti attraverso Whatsapp o facendo videochiamate. Inoltre, insieme allo staff, abbiamo preparato e inviato loro un programma di allenamento da effettuare a casa, per mantenere la forma fisica.
Qual è il bilancio dei suoi primi due anni da Ct della Nazionale di Beach Soccer?
E’ stato un bel percorso, abbiamo vinto l’Europeo e siamo arrivati in fondo al Mondiale, perdendolo con rammarico in finale. Se ci crediamo e se continuiamo a lavorare come fatto in passato, possiamo puntare al primo posto del ranking internazionale (n.d.r. BSWW World Ranking). Al momento siamo terzi, a circa 300 punti da Portogallo e Brasile; ed è già un risultato inedito per la storia della nostra Nazionale. Tuttavia il massimo traguardo è vicino e alla portata di questo gruppo, di cui sono estremamente orgoglioso.
Che tipo di allenatore si definirebbe?
La lunga strada nel Beach Soccer che ho percorso mi ha insegnato che per arrivare alle vittorie servono umiltà e sacrificio. Per questo i miei allenamenti sono abbastanza duri, con un’ora e mezza di palestra la mattina e due orette in campo nel pomeriggio. E' una metodologia che mira a rinforzare e migliorare. Mi interessa che la mia squadra, per organizzazione del lavoro, sia all’altezza delle più grandi nazionali del mondo.
Abbiamo chiesto a uno dei suoi Azzurri, di cui non faremo il nome, di raccontarci qualche aneddoto curioso su di lei. Ad esempio, ci è stato detto che nei ritiri, durante il tempo libero, gioca a tennis, paddle e, in particolare modo, a footvolley, in coppia con il capo delegazione Massimo Agostini, contro il preparatore dei portieri Antonino Nosdeo e l’allenatore in seconda Michele Leghissa. Riportando le parole del suo calciatore: “sembra che ogni santa partita sia una finale di Champions League, e ogni volta partono degli sfottò incredibili”…
Sì, confermo. Diciamo che, quando non abbiamo possibilità di giocare a paddle, scarichiamo la tensione con sfide al footvolley… E siccome ci contestiamo veementemente a vicenda praticamente ogni punto, abbiamo deciso che per le prossime partite ci porteremo dietro un arbitro, o giudice di linea che dir si voglia.
Ci è stato anche raccontato che è tifosissimo della Juventus. Quale giocatore bianconero vedrebbe bene sui campi di Beach Soccer?
Voglio premettere che il Beach Soccer è uno sport super-difficile a causa della particolare superficie di gioco - la sabbia - e le forti temperature che ne caratterizzano le partite. Non è il calcio, e in passato molti ex calciatori hanno faticato molto nel passaggio di campo. Quindi in ogni modo ci dovrebbe essere dietro un gran lavoro di preparazione. Detto ciò, Douglas Costa ha grandi doti tecniche ed è micidiale nel dribbling, quindi potrebbe trovarsi bene. Un altro, che tra l’altro ha smesso da poco di giocare, è Claudio Marchisio: ottimo negli inserimenti, dotato di capacità acrobatiche, forte tecnicamente, ma anche bravo nella fase difensiva.
E tra gli Azzurri della Nazionale di Mancini?
Sicuramente Federico Chiesa, perché è veloce e sposta rapidamente la palla. Nel Beach Soccer i calciatori abili nell’uno contro uno fanno sempre la differenza.