EURO 2020: sono 18 le rivali di Roma, a settembre la scelta della UEFA
lunedì 28 aprile 2014
Sono 18 le rivali di Roma sulla strada di UEFA EURO 2020, il Campionato Europeo di calcio che tra 6 anni sancirà il suo il 60° anniversario attraverso un torneo itinerante in 13 città, come emerge dalla comunicazione della Confederazione calcistica continentale che sabato ha annunciato il dettaglio delle candidature. Alla scadenza del 25 aprile sono 19 i dossier per il pacchetto ordinario, che prevede la disputa del primo turno e di una gara ad eliminazione diretta, e 2 quelli per il pacchetto semifinali-finale, che prevede appunto le gare decisive che assegneranno il titolo europeo.
Per la fase finale la sfida sarà un confronto anglo-tedesco tra Londra e Monaco di Baviera. Per la parte che riguarda l’Italia e Roma in particolare, quella relativa alle 12 città che ospiteranno la prima parte del torneo, sono in campo 19 candidature: oltre a quella italiana ed alle già citate Londra e Monaco di Baviera, ci sono Baku (Azerbaijan), Minsk (Bielorussia), Bruxelles (Belgio), Sofia (Bulgaria), Copenaghen (Danimarca), Skopje (Fyrom), Budapest (Ungheria), Gerusalemme (Israele), Amsterdam (Olanda), Dublino (Repubblica d’Irlanda), Bucarest (Romania), S. Pietroburgo (Russia), Glasgow (Scozia), Bilbao (Spagna), Stoccolma (Svezia), Cardiff (Galles).
Rispetto alle 32 manifestazioni d’interesse annunciate lo scorso settembre 2013, molte le defezioni: Armenia, Turchia (Istanbul proveniva da 4 candidature consecutive), Polonia, Croazia, Francia (che ospiterà EURO 2016), Finlandia, Grecia, Rep. Ceca, Kazakistan, Portogallo, Serbia, Svizzera, Ucraina.
Riguardo le candidature, il presidente della UEFA Michel Platini si è detto “felice di aver ricevuto così tante candidature” per un evento che vuole “permettere a un maggior numero di tifosi e di Paesi di condividere l’ospitalità di un evento così magico”. I tecnici della UEFA ora esamineranno i dossier presentati e prepareranno una valutazione che sarà sottoposta al Comitato Esecutivo, l’organo politico chiamato a decidere sull’assegnazione nella riunione del 19 settembre prevista a Ginevra.