Giacinto Facchetti è stato un precursore dei tempi. Il suo modo di interpretare il ruolo di esterno era almeno 30 anni avanti al contesto nel quale la sua stupenda parabola agonistica ha compiuto il suo tracciato, scrivendo negli annali del calcio molte pagine di successo.

La prima assoluta in maglia azzurra di questo simbolo dello sport italiano ebbe luogo al Mithatpasa Stadyumu di Istanbul, il 27 marzo del 1963 contro la Turchia. Il difensore di Treviglio, quasi 21enne, esordiva con la maglia dell'Italia, circa due anni dopo la sua prima gara in Serie A con l'Inter, che in quei campionati era guidata dal "Mago" Helenio Herrera e che annoverava tra le sue fila campioni del calibro di Suarez, Corso, Jair e del coetaneo Sandro Mazzola. 

Forte di questa preziosa scuola tecnica, Facchetti scese in campo da titolare, nel match di ritorno contro la compagine turca, valido per la qualificazione agli Europei 1964. Gli Azzurri del Ct Edmondo Fabbri vinsero per 1-0 grazie alla rete siglata da Sormani a pochi minuti dal 90’ e, forti anche del ampio successo dell’andata (6-0), strapparono il pass per la kermesse continentale. 

Seguirono 14 anni di legame con la Nazionale che Facchetti capitanò per ben 70 volte e con la quale trionfò nell’Europeo del 1968. Scese in campo nel partito del siglo dell’Azteca di Città del Messico, quell’Italia – Germania 4-3 (letto rigorosamente tutto d’un fiato) che è ritenuta pressoché unanimemente la pagina di sport più surreale della storia delle rivalità calcistiche tra nazionali.

94 presenze e 3 reti sono il suo contributo numerico alla causa che, pur ragguardevole, non esprime fino in fondo la leadership tecnica e umana che seppe costantemente manifestare.

L'ITALIA DELL'ESORDIO DI FACCHETTI

Lido Vieri - Cesare Maldini (C), Giacinto Facchetti, Paride Tumburus, Alessandro Salvadore, Giovanni Trapattoni - Alberto Orlando, Giorgio Puia - Angelo Sormani, Mario Corso, Gianpaolo Menichelli.