Buon compleanno a Fabio Cannavaro!
13 settembre 2022
lunedì 6 aprile 2020
La storia ultracentenaria della Nazionale italiana è infarcita di traguardi, successi, record e vittorie ma sa anche contenere moltissime curiosità e aneddoti che contribuiscono a comporne l’affascinante mosaico.
Accanto alle centinaia di partite disputate dagli Azzurri dal 1910 ad oggi, tra amichevoli, competizioni mondiali, europee e percorsi di qualificazione, infatti, vi sono ben 38 match non ufficiali che hanno visto l’Italia opposta a selezioni talvolta “esotiche” capaci di dare curiosa rilevanza storica a confronti non corredati dal crisma dell’ufficialità statistica.
In ordine di tempo, l’ultima di queste occasioni certamente peculiari risale al 31 maggio del 2017 quando, ad Empoli, una selezione sperimentale azzurra composta da Ventura all’esito di quattro stage scese in campo e batté 8-0 San Marino con protagonista Lapadula, autore di una tripletta.
Partite, queste, che non mettono in palio punti, trofei e non fanno strappare alcun pass. Spesso “allenamenti agonistici” o, talvolta, semplici esibizioni come quella svolta a Roma nel 2000, anno del Giubileo, tra l’Italia di Trapattoni e Capitan Maldini e la Selezione All-Stars composta dai migliori stranieri della Serie A (giocatori del calibro di Batistuta, Veron, Nedved e Shevchenko) terminata a reti bianche. Olimpico stracolmo quel 29 ottobre, spalti gremiti e uno spettatore d’eccezione: Papa Giovanni Paolo II.
Il primo degli appuntamenti di questa curiosa serie di partite risale al 14 aprile del 1912, col pareggio di Genova contro gli English Wonderers arrivati in Italia per una tournée: erano tempi in cui i britannici inventori del gioco raramente si vedevano impegnati contro rappresentative non provenienti dalla Terra d’Albione e la rete del pareggio italiano fu siglata nell’occasione da De Vecchi tramite un calcio rigore allo scadere. Che dire poi del pirotecnico 4-4 contro un’incredibile rappresentativa mista Juventus-Torino giocata nel capoluogo piemontese il 5 gennaio 1913? Il giocatore della Pro Vercelli Pietro Leone, arrivato in ritardo alla partita, scese in campo soltanto nel secondo tempo per l’Italia, mentre Valobra giocò un frazione per ciascuna squadra. Parentesi strabilianti che appartengono ad un’epoca quasi irreale vista con gli occhi di oggi.
Nel 1928 andò in scena a Milano il confronto tra l’Inter e la Nazionale, terminato con un tennistico 3-6 per gli Azzurri che annoverarono tra i marcatori anche Meazza e Baloncieri, entrambi ancora oggi nella top 10 dei marcatori della storia della selezione italiana. Memorabile il confronto tra il Benfica di Eusebio e l’Italia dell’allora diciannovenne Gianni Rivera, di Altafini, Trapattoni e Cesare Maldini che ebbe luogo a San Siro il 14 marzo del 1962 con i nostri portacolori capaci di spuntarla sull’allora corazzata lusitana per 4-1 (la rete della bandiera portoghese fu siglata proprio dalla “perla nera del Mozambico”).
Il 13 novembre 1974, dopo la deludente kermesse iridata in terra tedesca, gli Azzurri affrontarono il Bayern Monaco all’Olimpico di Roma. La compagine bavarese, fresca del primo dei tre successi consecutivi che nel triennio 1974-1976 coglierà nell’allora Coppa dei Campioni, era anche infarcita di molti dei protagonisti del trionfo mondiale casalingo della Germania Ovest, maturato proprio in quell’anno come Maier, Muller, Schwarzenbeck e, ovviamente, Beckenbauer. La partita vide l’Italia di Valcareggi spuntarla per 1-0 grazie alla rete messa a referto da Boninsegna all’inizio del secondo tempo, sfiorando anche il raddoppio a pochi minuti dal termine con Anastasi, il cui tiro dagli 11 metri si infranse sul palo.
Varie di queste partite furono concepite come appuntamenti di preparazione a manifestazioni internazionali o percorsi di qualificazione.
Degna di menzione in tale ambito quella che vide l’Italia contrapposta a Roma agli Stati Uniti il 2 aprile 1975: gli americani, che proprio in quegli anni stavano facendo muovere i primi, veri passi al loro calcio, furono vittime di un’autentica goleada e ci volle il pallottoliere per tenere il conto di una disputa archiviata sul 10-0. In rete anche Chinaglia che, poco più di un anno dopo, sbarcò proprio negli States per entrare a far parte dei New York Cosmos di Pelé, mentre tra i pali si alternarono Zoff e Albertosi con l’unica nota negativa ascrivibile all’infortunio di Bettega.
Prima del Mondiale argentino del 1978, allo stesso modo, fu organizzato a Buenos Aires un vernissage contro il Deportivo Italiano, vinto dagli Azzurri a fatica per 1-0 con gol firmato dallo stesso Bettega che, tuttavia, diede il “la” ad una sorprendente cavalcata capace di condurre l’Italia ad un passo dal podio, contravvenendo ogni pronostico della vigilia. Nell’imminenza dell’apertura di Italia ’90, precisamente il 2 giugno ad Arezzo, la Nazionale delle “notti magiche” archiviò sul 3-0 un test di rifinitura contro i francesi del Cannes grazie alla doppietta di Vialli e al gol di De Napoli. Anche il Mondiale brasiliano del 2014 fu preceduto da un confronto non ufficiale: l’8 giugno, a Volta Redonda, la squadra allenata da Prandelli affrontò la Fluminense, il “Tricolor” per eccellenza da quelle parti, battendola per 3-5 con la doppietta di Insigne e la tripletta di Immobile.