Le origini italiane del "Futebol do Brasil"
lunedì 13 maggio 2013
Le due nazioni ad avere vinto più titoli mondiali sono Brasile e Italia, rispettivamente con 5 e 4 coppe del Mondo. Nei due paesi il gioco del calcio rappresenta lo sport nazionale, quello con più seguito e quello più praticato. I brasiliani sono notoriamente interpreti di uno stile imprevedibile, fantasioso e divertente, gli italiani sono tradizionalmente più tattici e predisposti al gioco di squadra. Differenze che si fondono con una comune attitudine a vincere e a regalare alla storia grandi fuoriclasse quali, ad esempio, i carioca Pelé, Garrincha e Ronaldo o gli azzurri Riva, Rivera e Zoff.
I popoli degli odierni Neymar, Kakà, Buffon e Pirlo hanno un altro importante legame. Secondo quanto racconta FIFA.com, sono addirittura imparentati.
“Nato a San Paolo, da padre scozzese e cresciuto in Inghilterra, Charles Miller è visto come il padre fondatore del calcio Brasiliano”, si legge sul sito della federazione internazionale. “Tuttavia, negli anni successivi al suo pionieristico lavoro, furono gli immigranti italiani che diffusero il gioco attraverso la fondazione di club in tutto il paese”.
Un esempio emblematico fu la nascita del Palmeiras, club di San Paolo: “Fondato nel 1914, ‘Palestra Italia’ divenne il club più associato agli ‘oriundi’ (termine con cui era conosciuta la comunità italiana in Brasile), tanto che tutti gli incontri all’interno del club nei suoi primi 16 anni di vita furono tenuti in lingua italiana. […] Il nome fu cambiato durante la Seconda Guerra Mondiale, a seguito di un decreto che proibiva l’utilizzo di vocaboli provenienti da Germania, Italia e Giappone. A seguito di ciò, il club optò per chiamarsi Palmeiras, richiamando il nome originario nelle prime tre lettere (Pal)”.
Sempre lo stesso decreto portò il club affiliato di Belo Horizonte, ‘Società Sportiva Palestra Italia’, fondato nel 1921, ha ribattezzarsi ‘Cruzeiro’, ispirandosi alla costellazione della Croce del Sud.
Caso ancora più lampante è quello del Clube Atletico Juventus, il cui nome fu assegnato dal fondatore Conde Rodolfo Crespi, dopo un viaggio in Italia. Il patron della società calcistica scelse anche i coloro sociali del club: naturalmente il bianco e il nero.
“E’ indubbio – continua FIFA.com - che a quei tempi i missionari non sapevano che stavano preparando il terreno all’affermazione di uno degli sport globali di un paese che avrebbe incrociato le lance con l’Italia in molte occasioni durante i Mondiali, incluse due finali, entrambi vinte dai Braziliani”.
Il 22 giugno, Brasile e Italia, si affronteranno nuovamente all'Arena Fontenova di Salvador, in una gara valida per il gruppo A della FIFA Confederations Cup 2013.