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L'Italia nel mondo: Il catenaccio, Di Biagio e i Tre Leoni – La comunità italiana a Bedford, Inghilterra

venerdì 20 giugno 2014

Bedford, Inghilterra, Giugno 2014. Gli odori della salsiccia al finocchietto e del caffè la fanno da padrone dal punto di vista olfattivo, da quello visivo invece sono i Tricolori a dominare: sono appesi dappertutto, sulle sedie, sui muri, sulle spalle delle persone. E da quello uditivo? “No! Dovremmo cominciare con Immobile e poi far entrare Balotelli al 60esimo!”, oppure “Dovremmo giocare come la Juve, con il 3-5-2!” L’entusiasmo conquista tutti i sensi e cresce di secondo in secondo. Sabato 14 giugno, sono le tre del pomeriggio. Chiunque si materializzasse qui in questo momento penserebbe di essere in Italia, magari in un’affollata pizzeria di Roma o Napoli, in attesa del calcio d’inizio della gara d’esordio degli Azzurri alla Coppa del Mondo. È però il vento, freddo e sferzante, a spezzare l’incantesimo: siamo difatti in Inghilterra, a Bedford per la precisione, una cittadina a 74 km a nord di Londra, legata a doppio filo con l’Italia. La comunità italiana rappresenta il 30% della popolazione locale e la sua storia affonda le radici nel 1951, quando i primi nostri connazionali vennero qui alla ricerca di lavoro. Oggi l’intera comunità è in fermento: giocano gli “Azzurri”, il nucleo catalizzatore che da sempre unisce gli Italiani di Bedford. Io ho 24 anni, mio padre è italiano e mia madre inglese, sono nato in Inghilterra e parlo inglese. E con questo? Dovrei forse tifare Inghilterra? E indossare una maglietta coi Tre Leoni? Alcuni miei amici faticano a capire. E difatti non vi sono spiegazioni ragionevoli. Ricordo bene che la passione per gli Azzurri mi colpì per la prima volta nel 1998, all’età di 8 anni: ho ancora davanti agli occhi il rigore calciato sulla traversa da Di Biagio contro la Francia. Ricordo che mi sentii male, smarrito, senza parole. Tanto per capirci, non ricordo nemmeno come l’Inghilterra uscì da quel mondiale. Il mio amore per l’Italia si era già manifestato all’inizio del torneo, così assoluto da non lasciare spazio nemmeno per un’innocente simpatia. Nel corso dei tornei 2000, 2002 e 2004 la mia passione si è poi ulteriormente consolidata. Dopodiché arrivo Berlino. Non c’è bisogno che vi spieghi che cosa accadde quella sera: vi basti sapere che la festa più bella al di fuori dell’Italia si tenne qui a Bedford! Dopo 30 minuti dal calcio d’inizio a Manaus ero nervosissimo e il mio stomaco ha cominciato a fare le bizze. La sensazione era diversa da quella provata a UEFA Euro 2012: “Questo è il Mondiale! Questo è il massimo!” Mi sono riuscito a calmare un po’ solo con il gol di Marchisio, ma per poco, e poi di nuovo dopo il 2-1 di Balotelli. Grazie Supermario! Dopo il fischio finale, il mio telefono è stato preso d’assalto dai messaggi dei miei amici: “Meritavamo almeno un pareggio! Vi abbiamo messo sotto nel secondo tempo!” Sapete cosa ho fatto io? Ho risposto a tutti con una sola parola: “Catenaccio.” Molti di loro nemmeno sanno cosa significa, e che l’Italia è maestra nel fare quadrato, nel chiudersi in difesa e nel gestire il vantaggio nei finali di partita. Ora ci tocca la Costa Rica. Sappiamo tutti che si tratta di una squadra velenosa, che ha sorpreso tutti battendo l’Uruguay, ma comunque c’è fiducia e sprezzo del pericolo: siamo noi gli Azzurri! Mamma mia, non oso pensare a quanto forte batterà il cuore Azzurro di Bedford venerdì sera! Santino Cocchiarella, Bedford, Inghilterra.