Una famiglia dipinta d’azzurro!
Daniele da La Spezia racconta come ha seguito il trionfale europeo di Chiellini e compagni, tra parenti, scaramanzia e... grigliate di carne.lunedì 9 agosto 2021
Pubblichiamo il racconto di Daniele Izzo da La Spezia, studente di 26 anni con la passione per il calcio, la montagna e la scrittura, ma, soprattutto, con una grande famiglia azzurra!
Lavoro, amicizie, momenti di vita differenti che avevano caratterizzato le recenti esperienze azzurre, e di conseguenza quelle di ognuno di noi, hanno dovuto per forza di cose rivoluzionarsi. Senza però impedirci di sostenere l’Italia di Roberto Mancini. Così, con qualche necessario addobbo, abbiamo simpaticamente deciso di ribattezzare "Casa Azzurri" l’abitazione nella quale avremmo visto le partite. Il resto l’hanno fatto la voglia di ritrovarsi di una numerosa famiglia e il più classico dei gruppi di Whatsapp.
Tutto era pronto per l’11 giugno, quando, pur con sensazioni più che positive, non potevamo sapere dove il mese itinerante avrebbe condotto noi e gli Azzurri. E, dopo aver concluso le tre serate programmate per le gare contro Turchia, Svizzera e Galles, con immenso piacere, ci siamo ritrovati a doverne organizzarne una quarta.
“Cosa facciamo da mangiare?”: da questa semplice domanda tutto traeva vita, anche la scaramanzia. Ci eravamo promessi, infatti, che ogni sera l’accompagnamento eno-gastronomico al colore azzurro avrebbe dovuto essere diverso per portare fortuna a Chiellini e compagni. Loro giocavano, noi mangiavamo, ma la passione era la stessa: ve lo assicuro. E poi funzionava, eccome se funzionava. Grigliata di carne, spaghetti aglio-olio-peperoncino, pizza con farinata, e ancora carbonara, pasta allo scoglio e riso freddo: in un battito di ciglia, tra un immaginario abbraccio a Chiesa, un commento nonno-nipote e una figurina di Belotti posta scaramanticamente sotto la televisione, l’alba dell’11 luglio si era magnificamente mostrata da qualche ora e, sì, l’Italia dopo poche ore avrebbe affrontato a Wembley gli undici leoni di Southgate e tutta l’Inghilterra.
Noi, contenti del risultato raggiunto e palesemente in preda a un delirio da ‘hybris’ nei confronti della sorte, abbiamo deciso di chiudere il cerchio e finire come avevamo iniziato: stessi posti davanti alla televisione, stesso rituale pre-gara, stessi gadget e, soprattutto, stesso menù: grigliata di carne.
Storica vittoria azzurra a parte, il mio desiderio è quello di raccontare un momento, una fotografia di quella notte magica. Gli attimi prima del trionfo. Tra le persone sedute al tavolo, c’era chi di Europei ne aveva visti tanti, troppi se si pensa che 53 anni fa alzò idealmente la coppa insieme a Facchetti. Ma c’era anche l’occhio sognante di chi, per la prima volta pitturato di tricolore, si apprestava a imparare a memoria una filastrocca di undici nomi che mai dimenticherà. Al fine c’era chi, come me, sentiva un retrogusto di 2006, ma senza aver la controprova del ’82. Tutti uniti, uomini e donne, nonni e bambini, abbiamo indossato l’elmo di Scipio e abbiamo risposto alla chiamata dell’Italia.
Il resto, la chiosa di questa avventura, vorrei lasciarla al messaggio che mia nonna, alle 3.00 di notte del 12 luglio 2021, ha mandato sul gruppo di Whatsapp creato per l’occasione. Un inno ai valori familiari, parole che ben rappresentano l’importanza del calcio: “Ragazzi, ora che siamo Campioni d’Europa sento già un pizzico di nostalgia per le bellissime serate che mi avete regalato. Grazie!”.