Vincere a Wembley contro gli inglesi, da emigrati italiani a Londra...
Dora racconta i retroscena della vittoria della Nazionale in Inghilterra, con gli occhi di chi vive e lavora a Londra da ben nove anni, tifando per l'Italiagiovedì 29 luglio 2021
Pubblichiamo il racconto di Dora Scavello, graphic designer cosentina di 33 anni, di cui nove vissuti a Londra, dove attualmente vive e lavora. Nella sua vita ha visto l'Italia disputare cinque finali e vincerne due, ma questo EURO 2020 l'ha sentito “suo” più di ogni altra competizione perché l'ha vissuto lontana da casa, ma vicina alla Nazionale!
Tutto inizia il giorno dopo la vittoria contro la Turchia, quando, andando a fare la spesa in uno storico negozio di alimentari italiano a nord di Londra, un signore anziano in fila davanti a me chiede una bandiera italiana per il nipotino. Spinta da vibrazioni positive e dalla dolcezza della scena appena vista, ne compro una anche io (che però non esibirò mai fino a dopo la vittoria, perché bisogna chiarirlo: sono una persona scaramantica).
Come Vialli, anche io per tutto il torneo ho rispettato un rituale abbastanza rigido: ogni partita a casa, con la stessa maglietta che avevo durante la partita contro la Turchia, e cena rigorosamente con contorno di patate.
L'unica eccezione è stata per la semifinale contro la Spagna, la mia prima partita della Nazionale che ho visto allo stadio. Per l’occasione abbiamo tirato fuori tutto il nostro spirito da emigranti: magliette color azzurro, panino con salsiccia e si vola in Panda a Wembley!
Purtroppo il giorno dopo si concretizza il mio peggiore incubo: la finale sarà contro l'Inghilterra. Già dalla vittoria con l’Ucraina, tra le strade iniziava sempre di più a serpeggiare il famoso grido di battaglia “It's coming home!”. Vi lascio immaginare dopo il successo contro la Danimarca… erano ancora più sicuri di vincere il trofeo!
Gli italiani che come me vivono in Inghilterra sanno bene di cosa parlo: bandiere ovunque, la BBC che fa il conto alla rovescia per il ritorno a casa del titolo e gente scatenata in giro. Inizio a ricevere battute ovunque, sulla chat dell'ufficio, tra le comunicazioni email del mio running club… Ormai per loro è certo: “It’s coming home!”. Ed io che, come detto, sono molto superstiziosa, rispondo a tutti: "Complimenti per la vittoria, sarà sicuramente vostra!"
La mattina prima della finale torno a rifugiarmi dal mio alimentari italiano di fiducia. Avevo davvero il bisogno di circondarmi di un po' di italianità.
Proprio lì vengo a sapere che gli Azzurri hanno cambiato il centro sportivo per l'allenamento di rifinitura, da Barnet ad Enfield, esattamente il mio quartiere!
Subito ho sparso la voce su alcuni gruppi sui social media di italiani a Londra, e in molti hanno attraversato la città solo per la possibilità di augurare buona fortuna alla nostra Nazionale.
Quello dei tifosi radunati attorno all'entrata del Tottenham Hotspur Training Ground era un mondo bellissimo: molti bambini e ragazzini nati qui in Inghilterra, molti emigranti di vecchia data, persone alle quali rivolgi una domanda in italiano e ti rispondono in inglese, ma sicuri che "Tanto li vinciamo a loro (gli inglesi)".
Per me, che sono cresciuta con la Nazionale, guardando le partite con tutta la famiglia nella casa al mare, è stato fantastico e sorprendente vedere l’amore di questi ragazzi per la maglia azzurra. Ho passato lì un intero pomeriggio il giorno prima della finale, per poi ritornarci il giorno dopo alle 17.15 per salutare la squadra in partenza verso Wembley. Ho visto i volti di Mancini, Donnarumma e Jorginho, abbiamo gridato a squarciagola che eravamo con loro, che, anche se in quello stadio ci sarebbero stati a malapena 6000 italiani, fuori Wembley c'era un mare azzurro che sarebbe stato in ogni caso orgoglioso di loro!
La Finale l'abbiamo guardata a casa, con tutti i rumori del pub di fronte, che aveva sui suoi tre schermi un anticipo di un paio di secondi: avete idea di cosa vuol dire guardare i rigori sapendo già il risultato? È tremendo, sì, ma non dimenticherò mai il silenzio dopo il tiro di Saka! Io che mi chiedo “Possibile che ancora non ha battuto il rigore?'
Invece no, il rigore l'aveva battuto eccome, ma erano stati tutti zittiti dalla parata di Donnarumma. E fu così che l'arroganza, il frastuono e il coro 'It's coming home!' si volatilizzarono, gli avventori del pub se ne tornarono a casa, e dalle nostre guance scesero lacrime di gioia.
Il giorno dopo era doveroso togliersi qualche piccola soddisfazione: passeggiata trionfale con la maglietta dell'Italia, il tricolore che svolazza fiero dal finestrino della mia Panda bianca e una torta speciale per consolare i miei colleghi inglesi.
Sì, perché qua si usa fare gli 'sweepstake' in occasione dei tornei internazionali di calcio. Ovvero si mettono i nomi di tutte le squadre in un contenitore, ogni persona mette una quota di iscrizione e pesca a sorteggio 4 squadre. Alla fine del torneo chi ha la squadra vincente si aggiudica il montepremi. Per fare una cosa diversa quest'anno abbiamo deciso di mettere prodotti tipici di ogni Paese invece delle solite 5 sterline. Io, purtroppo, avevo pescato Svezia, Polonia, Austria e Ungheria quindi sapevo di avere poche chance di vittoria, ma almeno mi sono potuta togliere la soddisfazione di preparare un 'Hungarian Cake', ovvero una torta ungherese che se viene ruotata di 90 gradi diventa una torta EURO 2020 Winner! Hanno apprezzato tutti, eccetto il mio capo che qualche giorno prima mi aveva augurato un "Fantastico weekend, ma solo fino alle 8 di domenica sera"!
Il mio compagno in questo bellissimo viaggio è stato Raul, il mio ragazzo. Pensate che ci siamo conosciuti due settimane prima della finale persa contro la Spagna nel 2012, quindi per noi vedere la Nazionale vincere a Wembley 9 anni dopo è stata un'emozione fortissima e l'abbraccio finale è stato stupendo.
Questo europeo in terra straniera è stato duro, ma, come disse papà: "Perdere contro l'Inghilterra in Inghilterra sarebbe terribile, ma vuoi mettere vincere contro l'Inghilterra in Inghilterra?"
Dai vostri emigranti londinesi è tutto. Grazie Azzurri, è stato bellissimo!