Corriere dello Sport - Stadio

Il racconto della gara dal Corriere dello Sport-Stadio del 18 giugno 2008 attraverso l’editoriale di Alessandro Vocalelli e le pagelle di Andrea Santoni

L’Editoriale di Alessandro Vocalelli

L’umiltà di Donadoni, la spocchia di Domenech

Il coraggio di correggersi

Pochi credevano che l’Italia, dopo trent’anni, sarebbe riuscita a battere la Francia sul campo. Pochi credevano che l’Olanda, senza nulla da guadagnare, avrebbe fermato la Romania. Tutto questo è successo, in una notte magica, che ha promosso gli azzurri ai quarti contro la Spagna. Da applausi a scena aperta la professionalità di Van Basten e dei suoi uomini, che hanno lanciato un messaggio di sportività all’intera Europa del calcio. Da applausi la grinta, il cuore, l’orgoglio degli azzurri: tutto in una fotografia, l’urlo liberatorio di Buffon. Il campione che aveva chiesto scusa all’Italia dopo la prima partita, per poi guidare il riscatto sul campo.

Da applausi stavolta Donadoni, che ha fatto tesoro della lezione iniziale contro l’Olanda e - lui sì mettendoci la faccia - ha avuto il coraggio di mostrare tutte le sue debolezze, i suoi dubbi. Un altro, mentre l’Italia reclamava una svolta, si sarebbe intestardito e chiuso a riccio nei suoi errori, cercando qualche facile sponda. Donadoni è stato invece apprezzabile e dopo aver rischiato di metterci fuori dall’Europeo è precipitosamente tornato sui suoi passi. Pensate che anche ieri, rispetto alla partita iniziale, c’erano cinque giocatori diversi, in tutte e quattro le linee del 4-3-1-2: Chiellini, Grosso, De Rossi, Perrotta e Cassano. Pensate che, rispetto alla partita iniziale, c’erano solo due giocatori nella posizione originaria: Gattuso intermedio e Toni centravanti. Con Zambrotta spostato da sinistra a destra, Panucci da destra a centrale, Pirlo più largo. Già, Pirlo, l’autore del gol insieme a uno straordinario De Rossi. Pirlo e De Rossi, i due che non potevano giocare insieme e per due anni si sono dovuti studiare...Mentre oggi siamo qui a dispiacerci perché la coppia, con Pirlo squalificato, dovrà dividersi almeno nei quarti. L’Italia di Donadoni, degli azzurri, ma dunque anche l’Italia che volevano in perfetta buona fede gli italiani, arpiona i quarti di finale con la Spagna e manda definitivamente a casa Domenech. Uno che invece ha pagato sino in fondo la sua presunzione. Chissà se, bocciato Thuram, il ct francese non si sia guardato intorno, cercando invano Mexes. E ancora di più, infortunatosi Ribery, non abbia maledetto il giorno in cui ha avuto la geniale idea di mandare al mare Trezeguet. No, non ci mancherà la sua spocchia.

Le pagelle 

di Andrea Santoni

  • BUFFON 7 – Per lunghi minuti i francesi fanno il giro del condor intorno alla sua porta. Lui segue tutto da capitano esperto. Henry ci prova, e lui accompagna le traiettorie. Un'uscita alta al 45' del primo tempo è la sua prima vera parata. Poi deve stare attento soprattutto ad Henry. Si esalta su Benzema, con una parata d'altri tempi.
  • ZAMBROTTA 6 – A Berlino era stato Fabio Cannavaro, in avvio, a rendere innocuo a lungo Henry, con una stoppata violenta. Qui è lui a mettere addirittura subito fuori gioco, senza intenzione, il pericoloso Ribery, costretto a inseguirlo nella sua unica vera percussione d'inizio gara. Per il resto cerca il passo giusto,  trovandolo solo a tratti.
  • PANUCCI 6 – Buon posizionamento nel cuore della nostra area, capisce per primo che questo pallone e questo terreno non chiamano raffinatezze. Come sempre pericolosissimo nell'area avversaria (gran colpo di testa, respinto da Makelele sulla linea). Tiene a misura il reparto difensivo, in maniera decisamente autorevole.
  • CHIELLINI 6,5 – Messo sotto pressione da Henry, che va a cercarlo. E lui non scappa al gran duello. Impreciso pericolosamente in un paio di occasioni, nella prima lascia libero al tiro l’attaccante francese, in chiusura di tempo becca un giallo per un tackle sulla trequarti. Ma cresce poi in autorevolezza.
  • GROSSO 6 – Bravo nei primi minuti, quando la Francia trova la superiorità numerica dalla sua parte. C'è da difendere e lui non si vergogna a coprire la sua parte di fascia. Ma siccome ha più gamba di quasi tutti, alla fine spinge pure, e colpisce un gran palo su punizione. Non molla mai anche nella ripresa. Il suo, fin qui, è un buon Europeo.
  • GATTUSO 6 – Il nostro Ercolino sempre in piedi ritrova posto in un centrocampo a rombo. Non gli manca ovviamente la generosità ma la sua fisicità sembra che vada sprecata. Cerca sempre il contatto con gli avversari, però spesso è fuori tempo. Così becca un cartellino giallo, fatale: squalificato, salterà i quarti di finale con la Spagna.
  • DE ROSSI 7 – Fantastico. Davanti alla difesa recupera un gran numero di palloni. Dopo un inizio in cui non funziona l'intesa con Pirlo, con lui che dovrebbe dare palla al milanista per l'impostazione, mette a posto anche questo particolare. Si impegna a fine primo tempo in una percussione strepitosa. Ha deciso di strafare: gol (complice Henry) su punizione, suo 5° centro azzurro.
  • PIRLO 6,5 – Nel centrocampo a rombo, lui va a sinistra, in una posizione in cui stenta a lungo a ritrovarsi, lasciando campo a Toulalan e Govou. Ma nel cuore del primo tempo, gioca un quarto d'ora dei suoi, offrendo tra l'altro l'assist a Toni, poi diventato rigore-espulsione-gol. Va sul dischetto e brucia Coupet per il suo settimo sigillo azzurro. Esce quasi subito. E con la Spagna, ammonito, non ci sarà.
  • PERROTTA 6 – Gioca come vertice alto del centrocampo azzurro, soffre più di altri le insidie del terreno pesante del «Letzigrund», tormentato dalla pioggia, e quella difficoltà a trovare in Nazionale la zona giusta, dietro la prima punta, che è uno dei segreti della Roma di Spalletti.
  • TONI 6,5 – Una partita intensa, di sofferenza, iniziata con un tiro tanto rapido quanto impreciso, e che lui accende nel cuore del primo tempo, entrando nell'azione che porta all’espulsione di Abidal e al rigore dell'1-0. In dieci minuti scarica almeno quattro palle gol senza fortuna. Poi si batte, faticando, preso a calci da Boumsong.
  • CASSANO 6,5 – Sarà forse troppo «normalizzato», però al suo esordio da titolare a questo Europeo, cerca soprattutto di non sciupare palloni, di non strafare. Ha comunque sempre una luce un po' più azzurra, in alcune giocate. Offre ottimi palloni a Toni e Camoranesi. E prova anche il tiro. Difficile esca per il prossimo impegno contro la Spagna.
  • AMBROSINI (DAL 10’st) 6 – Dei tre giocatori del Milan utilizzati da Donadoni ieri sera è in assoluto quello che ha più presenza atletica. E il corazziere pesarese mette subito la sua verve fisica a disposizione della squadra azzurra, rilevando Pirlo a metà del secondo tempo.
  • CAMORANESI (DAL 19’st) 6 – Entra subito dopo il 2-0 dell’Italia propiziato da una punizione. Il centrocampista italo-argentino della juventus si butta nella mischia con il chiaro intento di spegnere le eventuali smanie residue dei francesi, già abbattuti dopo l’uno-due firmato Pirlo-De Rossi.
  • AQUILANI (DAL 37’st) sv – Esordio nel finale di questa partita delicatissima, impreziosito da un paio di buoni tagli in verticale. Entra in corsa - viste le squalifiche di Pirlo e Gattuso - per un posto nei quarti di finale contro la Spagna, anche per vendicare lo 0-1 nell’amichevole di Elche, dove il centrocampista della Roma era in campo.
  • DONADONI CT 6,5 – La sorte gli rende, tutto in una volta e in una notte, quello che gli aveva preso fino a questo momento, anche per via di qualche errore nelle scelte fatte per le prime due partite con Olanda e Romania. Stavolta rischia Pirlo a sinistra, ma è un dettaglio per come si mettono le cose. E spinge la notte più in là.