1982: Il terzo titolo mondiale
L'avventura spagnola ai mondiali del 1982 comincia a Vigo. La nazionale guidata da Enzo Bearzot si ritrova in un girone apparentemente privo insidie - insieme a Polonia, Perù e Camerun dal quale esce con tre pareggi e tante polemiche. Solo la differenza reti qualifica gli azzurri al turno successivo a spese del sorprendente e imbattuto Camerun. Il clima non è sereno, a causa dei difficili rapporti con i giornalisti, al punto che gli azzurri prendono una decisione senza precedenti: il silenzio stampa. Dal freddo di Vigo al caldo torrido di Barcellona: l'Italia deve ora vedersela con i campioni del Mondo uscenti, l'Argentina e i grandi favoriti, il Brasile. Sulla carta è una sfida senza speranza.
La partita contro gli argentini invece segna l'inizio della rinascita azzurra. La squadra di Passarella viene annullata dai ragazzi di Bearzot: Gentile ferma Maradona, Tardelli e Cabrini infilano la porta di Fillol. L'Argentina è in ginocchio. Ma il Brasile contro gli argentini segna un gol in più, perciò gli basterebbe un pareggio per accedere alle semifinali. L'incontro tra Italia e Brasile è nella leggenda. 5 luglio, stadio Sarrià di Barcellona, ore 17.15. L'Italia parte subito in avanti. Al 5' minuto Conti serve Cabrini, cross in area per Rossi che di testa insacca la porta difesa da uno spaurito Valdir Peres. Sette minuti dopo Socrates pareggia. Ma l'Italia non si perde d'animo e al 25' va di nuovo avanti con Rossi. A circa venti minuti dalla fine Falcao, con la forza della disperazione, pareggia. Sembra la fine e invece, qualche minuto dopo, il rinato Pablito beffa la porta brasiliana. È il trionfo. Ma c'è ancora spazio per le emozioni. Dopo una rete di Antognoni ingiustamente annullata, all'ultimo minuto Oscar schiaccia di testa nella porta azzurra. È l'ultima illusione per i "verdeouro": credono di aver pareggiato ed esultano, ma Zoff, che ha bloccato sulla linea, ricorda loro che la vita comincia a quarant'anni.
L'Italia è in semifinale e ritrova la Polonia di Lato orfana però di Boniek, squalificato. È una formalità: Rossi segna altre due splendide reti e gli azzurri volano in finale dove li aspetta una Germania Ovest stremata dalla rocambolesca semifinale vinta all'ultimo rigore contro la Francia di Platini. Domenica 11 luglio 1982, stadio Santiago Bernabeu di Madrid, ore 20. Il Mondo intero è pronto ad assistere al trionfo dell'Italia. Anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini accorre in tribuna al fianco del Re di Spagna Juan Carlos. Cabrini sbaglia un rigore nel primo tempo. Ma nel secondo l'Italia dilaga. Dall'ennesimo fallo su Oriali parte la punizione che fa arrivare la palla in area tedesca. Si tuffano in tanti, ma una sola testa colpisce la palla spedendola in rete: quella di Rossi. È un gol stupendo. Poco dopo, da un'azione che parte direttamente dalle braccia di Zoff e che viene condotta da Scirea Bergomi e Rossi fino all'area tedesca, la palla arriva a Tardelli che con un irresistibile diagonale trafigge Schumacher. L'urlo celeberrimo che segue è quello liberatorio di tutto un Paese. Dopo una epica galoppata di Conti sulla fascia destra anche Altobelli mette il sigillo sulla partita. Ai tedeschi rimane il tempo di segnare il gol della bandiera con Breitner. Poi, la fine e il delirio: triplice fischio dell'arbitro Coelho e l'Italia è campione del Mondo, come sottolinea tre volte, con la voce rotta dall'emozione, il telecronista Nando Martellini. Rossi è capocanoniere del Mundial. Al capitano Zoff il compito di alzare per primo la Coppa Fifa. Ma il trionfo è di tutta la squadra e del suo allenatore: Enzo Bearzot.